Università europee: la più innovativa è belga. Nessuna italiana in classifica

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(Reuters Health) -Per il terzo anno consecutivo, KU Leuven è in cima alla classifica Reuters delle università più innovative d’Europa. Un ranking che identifica e classifica le istituzioni accademiche più attive nel promuovere la scienza, inventare nuove tecnologie e alimentare nuovi mercati e industrie. KU Leuven, un’università in lingua olandese con sede a Lovanio, nella regione belga delle Fiandre, è stata fondata nel 1425 da papa Martino V e produce continuamente un grande volume di scoperte di valore. I brevetti depositati da scienziati di questa Università spesso citati da altri ricercatori nel mondo accademico e nell’industria privata. Questo è uno dei criteri chiave nella classifica Reuters, compilata in collaborazione con Clarivate Analytics e basata sulle analisi di brevetti depositati e sulle citazioni in articoli pubblicati su riviste scientifiche.

Posizioni stabili
Complessivamente, le posizioni delle Università più innovative d’Europa sono rimaste stabili rispetto all’anno scorso, con l’Imperial College London (n. 2) e l’Università di Cambridge (n. 3) posizionate ai vertici per il terzo anno consecutivo. Altre istituzioni leader si sono semplicemente scambiate le posizioni, come il Politecnico federale di Losanna (n. 4, salita di una posizione), l’Università di Erlangen Norimberga (n. 5, salita di una posizione) e l’Università tecnica di Monaco (n. 6, scesa di due posizioni). Il resto delle università top 10 sono: l’Università di Manchester (n. 7, salita di nove posizioni), l’Università di Monaco (n. 8, salita di quattro posizioni), Università tecnica della Danimarca (n. 9, salita di tre posizioni) e ETH Zurigo (n. 10, salita di una posizione).

Germania uber alles e incognita Brexit
Ma l’incertezza politica potrebbe originare un grande cambiamento. La tendenza a queste mutazioni di ranking è più chiara se si considera la somma delle Università di ciascuna nazione: le 23 università tedesche sulla lista di quest’anno hanno guadagnato 23 punti in classifica, più di qualsiasi altro paese. La Svizzera è seconda, con cinque università, mentre, al contrario, le 21 università con sede nel Regno Unito hanno registrato un calo di 35 punti. La Brexit sarà completata tra quasi una anno, ma la comunità scientifica europea potrebbe lasciare in anticipo il Regno Unito a favore di istituti di ricerca situati nel continente europeo. Uno studio del febbraio 2018, pubblicato dal Centre for Global Higher Education, con sede nel Regno Unito, riporta che molti accademici tedeschi considerano la Brexit un “vantaggio” e sperano di sfruttarlo per attirare ricercatori britannici nelle università tedesche. A loro volta, gli accademici britannici riferiscono che i propri laureati non cercano posizioni nel Regno Unito ma guardano invece all’UE o agli Stati Uniti. E la situazione potrebbe peggiorare. Uno studio del novembre 2017, condotto dalla britannica School of International Futures per la Royal Society, descrive un possibile Regno Unito post-secessione in cui le università competono per un ristretto gruppo di progetti qualificati prima finanziati dalla UE. Allo stesso modo, le imprese con sede nell’UE che finanziano la ricerca nelle università, potrebbero preferire mantenere i loro investimenti all’interno della comunità europea  per evitare i grattacapi fiscali e normativi legati a collaborazioni di lavoro con istituzioni del Regno Unito post-Brexit. Il governo della Germania si è anche affermato in favore della scienza, aumentando i budget federali per la ricerca e incoraggiando la crescita nei settori emergenti come quello delle energie rinnovabili. La cancelliera tedesca Angela Merkel ha conseguito un dottorato in chimica quantistica e ha lavorato come ricercatore scientifico prima di entrare in politica. Secondo un’analisi del 2017 pubblicata sulla rivista scientifica Nature, i ricercatori stanno “affollando il paese”, in parte a causa della Excellence Initiative da 4,6 miliardi di euro, che ha contribuito ad attirare almeno 4.000 scienziati stranieri in Germania dal 2005.

Altre eccellenze
Il ranking universitario di quest’anno mostra che anche come i Paesi più piccoli possano avere un ruolo nel mondo dell’innovazione. Il Belgio ha sette atenei in classifica; con una popolazione di soli 11 milioni di persone ne ha il numero pro-capite maggiore di qualsiasi altro paese in Europa. C’è poi la Svizzera, seguita da Danimarca, Paesi Bassi e Repubblica d’Irlanda. Alcuni grandi paesi sono indietro nonostante popolazioni ed economie più complesse. La Russia è il paese più popoloso d’Europa e vanta la quinta maggiore economia della regione, eppure nessuna delle sue università figura tra le prime 100.

La metodologia
Per compilare la classifica delle università più innovative d’Europa, Clarivate Analytics ha iniziato identificando più di 600 organizzazioni mondiali che hanno pubblicato il maggior numero di articoli su riviste accademiche, incluse istituzioni educative, enti di beneficenza non profit e istituzioni finanziate dal governo. Questo elenco è stato ridotto alle istituzioni che hanno depositato almeno 50 brevetti presso l’Organizzazione mondiale della proprietà intellettuale nel periodo tra il 2011 e il 2016. Successivamente ciascun candidato è stato valutato sulla base di 10 diversi criteri, concentrandosi su pubblicazioni accademiche (per la ricerca di base) e brevetti depositati ( indicatori della capacità di un’istituzione di applicare ricerche e commercializzare le sue scoperte).  Naturalmente, la classifica relativa a ogni università non fornisce un quadro completo del lavoro importante e innovativo che i suoi ricercatori stanno facendo. Dal momento che la classifica misura l’innovazione a livello istituzionale, potrebbe trascurare altri aspetti particolarmente innovativi: ad esempio, un’università potrebbe trovarsi in un posizione bassa di classifico per innovazione complessiva, ma gestire al tempo stesso uno dei centri di ricerca oncologica più innovativi al mondo.

Fonte: Reuters

(Versione italiana per Daily Health Industry)

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