Per Trump la questione dei prezzi dei farmaci continua a rappresentare una priorità. Lo ha ribadito recentemente in occasione di un incontro pubblico a Louisville, in Kentucky, aggiungendo che sta lavorando per inserire la misura a favore della concorrenza dei prezzi nel progetto di legge di abrogazione e sostituzione. Dunque, continua l’attacco del Presidente USA agli elevati costi dei medicinali, che ritiene “scandalosi”. E per sistemare le cose propone “un grande processo di offerta competitiva”. Ma da tempo gli esperti e i dirigenti di Big Pharma si chiedono cosa intenda esattamente fare. A gennaio, Ian Read, CEO di Pfizer, aveva dichiarato, a proposito della concorrenza nel settore farmaceutico che Trump vorrebbe incentivare, che forse il Presidente “non è ben informato”. Il farmaceutico, infatti, è un settore molto complicato, con un’enorme quantità di offerte e acquisti particolarmente aggressivi”, aveva spiegato il massimo dirigente Pfizer. All’inizio di questo mese, i Repubblicani hanno presentato un disegno di legge di assistenza sanitaria che non includeva misure per affrontare il problema del prezzo dei farmaci. E al tweet di Trump che “un nuovo sistema” era in preparazione, anche l’analista di Evercore ISI, Umer Raffat, si è chiesto quali potrebbero essere le proposte di Trump per rafforzare la concorrenza nel settore farmaceutico, dal momento che la competizione tra farmaci originali e generici già esiste e che quella tra medicinali branded non è sempre possibile, perché richiederebbe la presenza sul mercato di medicinali intercambiabili, che non sempre sono disponibili.
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