Roche, un 2017 a stelle e strisce. Ocrevus e Tecentriq i top driver 2018

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Cinque percento. È questa la percentuale che riassume il macro-dato del 2017 di Roche. Le vendite del Gruppo sono infatti cresciute in ragione di questa percentuale, così come quelle della Divisione Pharma e di Roche Diagnostics. Una crescita low single digit che rassicura comunque Severin Schawn, Ceo del Gruppo Roche, padrone di casa della conferenza stampa di annuncio dei risultati finanziari della big pharma di Basilea. Grazie anche ai profitti operativi che hanno raggiunto la cifra record di 19 miliardi di franchi svizzeri. E se in Europa le vendite dei farmaci hanno subito un’erosione complessiva pari al 2%, gli Stati Uniti hanno fatto registrare un incremento del 10%. “Un risultato eccezionale – commenta Schwan – e la recente riforma fiscale di Trump pone le basi perché anche il 2018 sia un altro anno molto positivo in USA. Gli Stati Uniti sono sempre più un Paese attrattivo”. La crescita double digit degli Usa è stata trainata da Ocrevus (ocrelizumab, per la sclerosi multipla),” in assoluto il farmaco Roche più venduto, con oltre 869 milioni di franchi svizzeri guadagnati”, dice Daniel O’Day, Ceo Roche Pharmaceuticals. Molto buone anche le performance di Tecentriq, Perjeta e Alecensa. “Buonissime anche le vendite seguite ai lanci dei prodotti chiave, che hanno superato i 7 miliardi di franchi svizzeri”.

Il portfolio
Il settore di punta è quello dell’oncologia. Herceptin, Avastin, MabThera, Perjeta e Kadcycla hanno tenuto botta incrementando le vendite, con gli HER 2 (Herceptin, Perjeta e Kadcycla) che si sono attestati a un 7% di crescita. Per quanto riguarda l’immunologia per il 2018 ci si aspetta una forte crescita da tutti i prodotti, ad eccezione di MabThera e Rituxan che dovranno affrontare la concorrenza dei biosimilari. Per il farmaco leader, Ocrevus, si prevede una forte crescita nel mercato USA. Severin Schwan non nasconde di riporre molta fiducia in Tecentriq che, “ha le potenzialità di diventare il farmaco trainante dell’immunologia, che è in studio con un ampio ventaglio di possibilità terapeutiche, tra cui il cancro al polmone”. E la pipeline parla di 72 molecole in studio.

Gli studi clinici. Italia al top
Sono in corso numerosi studi clinici, in tutte le aree chiave dell’oncologia. Roche investe 10,4 miliardi di franchi svizzeri in ricerca e sviluppo. “E molti di questi sutdi clinici sono in corso in Italia”, sottolinea Schwan. “L’Italia ha una grande tradizione e grandi capacità tecniche. È un terreno fertile per l’innovazione. Purtroppo la lentezza dei processi apporovativi non consente ai pazienti un’immediata disponibiltà dei farmaci altamente innovativi. Roche Italia è un’affiliata storica e affidabile, fondamentale per le attività in Europa”.

Brexit, pericolo network della ricerca
Il Ceo di Roche non ha accennato alla Brexit nel corso della conferenza stampa. Alla domanda di Quotidiano Sanità a riguardo ha detto di non temere un’impatto per le vendite, grazie alla capillare presenza dell’azienda in Europa. “Mi preoccupa l’aspetto della ricerca – commenta Schwan – Ci sarà da ricostruire il network”.

 

Marco Landucci

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