Pfizer, torna in auge un candidato per la NASH

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All’inizio del 2018, Pfizer ha eliminato un candidato di fase 1 contro la steatoepatite non alcolica (NASH). Ma i ricercatori dell’azienda sono ancora interessati al suo meccanismo d’azione: il prodotto agisce nei confronti del diacilglicerolo aciltransferasi 2 (DGAT2), una proteina che catalizza la formazione dei trigliceridi delle molecole grasse specialmente nel fegato.

Ora,è emerso da studi sui topi e da due piccoli studi clinici che il candidato, noto come PF-06427878, riduce il contenuto di grassi nel fegato.

Quanto è stato appreso da questi studi ha portato alla definizione di un candidato successivo, denominato PF-06865571.

Il nuovo prodotto è ora in fase 1 di sviluppo in partnership con Novartis nell’ottica di un potenziale nuovo approccio per il trattamento della NASH.

Precedenti studi hanno dimostrato che l’inibizione di DGAT2 influenza direttamente la sintesi dei trigliceridi, riducendo indirettamente anche l’accumulo di acidi grassi e sopprimendo i geni che codificano le proteine necessarie per la formazione dei lipidi.

Il team di Pfizer ha scoperto In un modello murino di NASH che il trattamento con il candidato più vecchio ha migliorato significativamente la steatosi epatica, un segno clinico chiave della NASH, e ha anche ridotto l’infiammazione del fegato. Inoltre, ha ridotto l’espressione di numerosi geni correlati ai lipidi, tra cui Srebp1c, Acc1, Fasn e Scd1.

I risultati sono stati pubblicati su Science Translational Medicine.

Sulla base di questi risultati preclinici positivi, i ricercatori hanno testato il candidato in due piccoli studi di fase 1 su un totale di 62 adulti sani. Dopo 14 giorni di trattamento, il prodotto non ha causato alcun effetto avverso allarmante.

Anche se la capacità del farmaco di abbassare i trigliceridi nel sangue non era coerente durante gli studi, il team Pfizer ha notato che alla massima dose ha migliorato i marcatori della funzionalità epatica. Le scansioni MRI hanno mostrato che il trattamento con PF-06427878 ha ridotto il grasso del fegato in media del 31,5% rispetto al placebo.

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