Nuovi antitumorali: accordo Daiichi Sankyo e Dana-Faber institute di Boston

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Terzo accordo in poche settimane per la giapponese Daiichi Sankyo nel settore oncologico. L’azienda farmaceutica ha siglato una partnership con il Dana-Faber Cancer Institute di Boston per accedere alle conoscenze nella medicina traslazionale dell’istituto e applicarle allo sviluppo di nuovi antitumorali. In particolare, l’azienda giapponese è interessata agli studi di Pasi Jänne e del suo gruppo di ricerca. “Stiamo cercando di capire meglio come si sviluppa la malattia e come si instaura il meccanismo di resistenza ai trattamenti, con l’obiettivo finale di individuare un nuovo trattamento per i pazienti con cancro del polmone”, ha dichiarato Antoine Yver, responsabile del settore Ricerca e Sviluppo in oncologia di Daiichi Sankyo. E con Jänne, l’azienda giapponese ha dalla sua un esperto di genomica del cancro del pomone, in particolare per quel che riguarda il recettore del fattore di crescita dell’epidermide (EGFR – Epidermal Growth Factor Receptor). Lo stesso ricercatore, infatti, ha avuto un ruolo centrale nella sperimentazione dei principali farmaci inibitori di EGFR, tra cui l’inibitore di terza generazione della tirosin-chinasi Tagrisso, di AstraZeneca.

E il gruppo di ricerca di Jänne sta ora lavorando per capire come i tumori sviluppano resistenza alle terapie mirate e quali combinazioni di farmaci possono eludere questo meccanismo di difesa che instaura la neoplasia. Daiichi Sankyo ha cercato varie volte di sfondare nel campo delle terapie del tumore del polmone, ma ha fallito in diverse occasioni. Nel 2014, per problemi di sicurezza, l’azienda giapponese si è dovuta arrendere nel corso di un trial clinico di fase III con un inibitore di EGFR, nimotuzumab. E ancora, a maggio di quest’anno, Daichi ha fallito in un altro trial clinico di fase III, per il trattamento del tumore al polmone in fase precoce, che utilizzava patritumab, un inibitore di HER3 di Daiichi Sankyo, insieme a Tarceva, inibitore di EGFR di Roche.Nonostante queste battute d’arresto, l’azienda giapponese ha fatto  progressi nel settore oncologico. Tanto che nelle ultime settimane ha firmato altri due accordi, entrambi nel campo dell’immunoncologia: uno con Zymeworks, una piattaforma di simulazione molecolare per accelerare lo sviluppo di farmaci, e l’altro con AgonOx, per uno studio preclinico.

 

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