MSD e CUAMM con l’Africa: investire sulle donne per investire sul futuro

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Donne, bambini, persone, futuro.  Queste le parole chiave al centro della mission di Medici con l’Africa CUAMM che, dal 1950, si impegnano attivamente per portare salute in Africa.

Perché ogni donna, in qualsiasi parte del mondo, dovrebbe poter mettere al mondo il proprio figlio in sicurezza e guardando al futuro.

Purtroppo la realtà ci insegna che non è così e ci sono donne per le quali l’eventualità di morire dando la vita è un rischio da mettere in conto, gravidanza dopo gravidanza, quasi fosse un finale già scritto. Ma che si deve cambiare.

Per questo Medici con l’Africa CUAMM, in Etiopia, nell’ospedale di Wolisso è al fianco delle donne e delle comunità attraverso il progetto ‘Con il futuro nel cuore’, un’iniziativa a tutela della salute materno infantile, resa possibile anche grazie al contributo non condizionante di MSD che, tramite una donazione di 750.000 dollari, nell’ambito del programma Global Giving di MSD for Mothers, finanzia il progetto.

Proteggere la salute di una donna significa non solo proteggere la sua vita ma anche dare concretezza alla parola futuro, al suo, a quello della sua famiglia e a quello di un intero Paese. “Con questo progetto che è già concreto e operativo vogliamo essere sul campo ‘con’ e ‘per’ le donne.

La tutela della salute materno infantile ha bisogno di servizi e infrastrutture, ha bisogno che le donne possano accedere ad un’assistenza di qualità ma necessita anche di un grande lavoro culturale sulle popolazioni”, ha detto don Dante Carraro, direttore di CUAMM in occasione della Tavola rotonda di presentazione del progetto che si è svolta ieri a Roma. “Questo è un progetto a lungo termine che si pone obiettivi ambiziosi. In Etiopia ci sono aree rurali dove i diritti umani delle donne sono messi in discussione e dove le donne sono completamente vincolate alle decisioni del marito o della famiglia, persino per quanto riguarda la loro salute – ha proseguito – Bisogna fare molto dal punto di vista culturale per far crescere le donne e per questo la nostra prima azione, sul campo, è quella di instaurare con loro una relazione che vada al di là dell’atto sanitario perché non si può pensare di cambiare le cose se non si diventa parte integrante di una comunità”, ha spiegato don Dante Carraro. “Noi andiamo per stringere un sodalizio che incida profondamente. E per questo ci teniamo a formare il personale, aiutiamo le donne a diventare ostetriche, infermiere. Lavoriamo per lasciare che la gestione passi nelle mani del personale locale. È il nostro modo di stare ‘con’ l’Africa.

L’ospedale di Wolisso è nato nel 2000 e per i primi 12 anni il reparto di maternità era gestito da un ginecologo italiano. “Oggi, dopo qualche anno di affiancamento, il referente è etiope e lavora in equipe con circa 20 ostetriche locali e solo l’anno scorso, siamo riusciti a garantire 4.500 parti”, ha proseguito don Carraro. “Credo fortemente nel fatto che la mossa vincente per garantire la riuscita di un progetto come questo sia la collaborazione tra pubblico e privato, per garantire un impegno a lungo termine”.

La riduzione della mortalità materna nel mondo è una sfida di salute globale, urgente e fondamentale. “Parlare di salute, a qualsiasi latitudine, senza parlare di ‘persone’ è impossibile. Perché la tutela della salute è un valore sociale, etico, collettivo. Sono profondamente orgogliosa di lavorare per un’Azienda che ha investito tanto nel progetto MSD for Mothers”, ha detto Nicoletta Luppi presidente e amministratore delegato di MSD Italia. “È un orgoglio non solo professionale, ma anche e soprattutto personale, da donna e da madre. Come ‘persona’, appunto. Credo davvero che aiutare una donna significhi aiutare un popolo e più in generale la società – ha proseguito – In Etiopia, le aperture politiche alle donne ci fanno ben sperare. Sahle-Work Zewde, primo Presidente donna della repubblica etiope, ha promesso che lavorerà strenuamente per la parità di genere e anche noi siamo chiamati a fare la nostra parte. Per questo siamo molto orgogliosi e onorati di poter affiancare CUAMM in Etiopia con il progetto ‘Con il futuro nel cuore’ dell’ospedale di Wolisso, che è parte delle iniziative realizzate nell’ambito di MSD for Mothers. Perché Cuamm ha dimostrato da sempre di avere una visione molto vicina alla nostra: impegnarsi sul campo non con interventi emergenziali, ma con un’ottica di lungo termine. Il progetto ‘di Wolisso è un esempio di cosa sia per noi la Corporate Social Responsabilty: fatti concreti. Conosciamo il bisogno di salute e cerchiamo di risolverlo con le nostre competenze”, ha concluso Luppi.

La salute globale presenta sempre nuove sfide, spesso urgenti, sicuramente difficili da affrontare. E davanti alle quali tutti sono chiamati a fare la propria parte. “Attraverso MSD for Mothers, ci stiamo impegnando per fare in modo che, nel mondo, si ponga fine alle morti materne legate a cause prevenibili. E per fare questo dobbiamo fare in modo che più donne possibili accedano ai due mezzi più potenti che abbiamo: cure appropriate di qualità e contraccezione moderna. Perché gli effetti a catena della morte di una madre sono enormi”, ha spiegato Mary-Ann Etiebet, Direttore Esecutivo di MSD for Mothers. “Per le famiglie e le comunità sono devastanti. Per questo motivo, dobbiamo investire di più. Un’esperienza positiva durante la gravidanza e il parto può costruire la fiducia di una donna nei confronti del sistema sanitario, e quindi spronarla ed incentivarla a chiedere assistenza sanitaria per se stessa, il suo neonato e la sua famiglia. È quello che chiamiamo Mom Effect”, ha proseguito Etiebet.

Il ‘fattore mamma’ deve contagiare tutta la Società civile ma, soprattutto, deve essere una spinta per dare vita a collaborazioni costruttive che, con concretezza, affrontino i problemi cercando soluzioni, come è successo a Wolisso dove ‘Con il futuro nel cuore’. “Siamo orgogliosi di sostenere gli sforzi di CUAMM per migliorare la qualità delle cure che le donne ricevono durante il parto in una zona rurale dell’Etiopia. CUAMM lo fa mobilitando le comunità affinché le donne siano educate su tematiche di salute materna e rafforzando il sistema di controllo in modo che i casi complessi siano mandati verso strutture adeguate, anche grazie alla formazione di ostetriche preparate a riconoscere un’emergenza. C’è molto lavoro da fare se vogliamo raggiungere gli obiettivi di sostenibilità per la salute materna. L’esperienza negli Stati Uniti ci dice che possiamo perdere i progressi raggiunti e tornare indietro se non restiamo concentrati sull’obiettivo della salute materna e non manteniamo adeguati investimenti”, ha sottolineato Mary-Ann Etiebet.

“Ad oggi, con MSD for Mothers, abbiamo raggiunto 8,9 milioni di donne e questo ha significato gravidanze più sicure in oltre 45 Paesi nel mondo. Inoltre, abbiamo formato oltre 135mila addetti in modo che possano a loro volta garantire un’assistenza di migliore qualità. A livello globale, sappiamo che se soddisfiamo la necessità di un’assistenza di qualità e di una moderna contraccezione abbiamo la possibilità di ridurre del 73% le morti materne. Sappiamo, però, che non possiamo raggiungere questo obiettivo così ambizioso da soli e per questo stiamo collaborando con oltre 150 partner in tutti i settori e in tutto il mondo”, ha aggiunto.

Anche per Mary-Ann Etiebet, come per don Dante Carraro, è di fondamentale importanza la collaborazione tra pubblico, privato e locali. Per questo, ha detto, “abbiamo lavorato insieme con i Governi, le ONG come CUAMM, le Associazioni di pazienti e di operatori sanitari, gli imprenditori, le agenzie ONU, gli Istituti di ricerca, i governi locali e molti altri ancora”, ha concluso.

Il fil rouge da seguire per ridurre la mortalità materna deve arrivare dall’Organizzazione Mondiale della Sanità. “I dati sulla mortalità che abbiamo sia per le madri che per i bambini non sono buoni”, ha specificato Ranieri Guerra, Assistente del Direttore Generale dell’Organizzazione Mondiale della Sanità. “Il tasso di mortalità non scende come previsto ed è indispensabile cambiare passo, bisogna agire. Sappiamo tutti che senza comprimere la mortalità materna e senza comprimere, ulteriormente, la mortalità infantile e neonatale non abbiamo nessuna possibilità di conseguire gli obiettivi di sviluppo sostenibile. Dobbiamo raddoppiare lo sforzo per avere almeno la possibilità di sfiorare gli obiettivi che, evidentemente, sono ancora difficilmente realizzabili vista la situazione contingente nei singoli Paesi, soprattutto quelli con sistemi sanitari ancora fragili”, ha proseguito Guerra.

“CUAMM ha sempre dato un’interpretazione della propria presenza sul territorio fatta di concretezza e continuità. E questo è fondamentale perché l’azione sporadica migliora il quadro epidemiologico per una frazione di tempo ma non cambia le regole del gioco. È indubbio che quello che serve è una governance pubblica ma non si può prescindere dalla collaborazione del privato. E non mi riferisco solo al privato sociale o non governativo che ha già una sua funzione e un suo interesse pubblico molto chiaro, ma anche al privato for profit. Ci deve essere una collaborazione molto stretta che va anche oltre la responsabilità sociale dell’azienda. Ci deve essere un coinvolgimento a livello progettuale locale. Per il tipo di azione che dobbiamo mettere in atto, contano le risorse, conta la collaborazione, conta il partenariato corretto e trasparente secondo regole condivise che tutelino e proteggano i cosiddetti public goods. Dobbiamo imparare a valorizzare il costo della salute che non è un settore di consumo ma è un settore di investimento”, ha concluso Guerra.

Il progetto ‘Con il futuro nel cuore’ a Wolisso
L’obiettivo del progetto sviluppato da Medici con l’Africa Cuamm con il contributo non condizionante di MSD è di introdurre nell’area circostante l’ospedale di Wolisso, in Etiopia, degli approcci innovativi per ridurre la mortalità materna e le disuguaglianze, migliorando la domanda e l’offerta di cure materne, neonatali ed infantili. Il progetto vuole: introdurre due strumenti innovativi per l’area: l’e-partograph nei centri di salute e in ospedale per monitorare accuratamente il travaglio, riducendo i rischi di complicanze; il monitor cardiotocografico per l’identificazione di casi a rischio di sofferenza fetale al momento del ricovero ospedaliero; fornire l’informatizzazione in tempo reale dei dati dei pazienti in ospedale, rendendo più facile la raccolta e la condivisione dei dati e la progettazione dei miglioramenti; aumentare il personale qualificato, attraverso il supporto specifico alla Scuola per Ostetriche e Infermieri dell’ospedale St. Luke di Wolisso.

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