Lilly e Chi-Med: antitumorale centra obiettivi fase 3. Biotech cinese mira a impatto globale 

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La cinese Chi-Med e la Big Pharma statunitense Eli Lilly hanno reso noto che il farmaco che hanno sviluppato in partnership per i pazienti con tumore colorettale ha raggiunto l’endpoint primario di aumentare la sopravvivenza generale in tali soggetti. Hutchison China MediTech (Chi-Med) con sede a Hong Kong e la Big Pharma statunitense Eli Lilly hanno visto il farmaco sviluppato insieme raggiungere l’endpoint primario di aumento della sopravvivenza generale in certi pazienti con tumore colorettale, mentre l’azienda di biotech si prepara a depositare la domanda di approvazione in Cina a metà del 2017. I dettagli esatti per ora sono scarsi, ma Chi-Med ha pubblicato dati positivi sul test di registrazione pivotale di fase 3 dell’inibitore del VEGF fruquintinib effettuato su oltre 400 pazienti in Cina con cancro colorettale localmente avanzato o metastatico. Questi pazienti si trovavano molto al di sotto del pathway di trattamento, avendo fallito almeno due precedenti trattamenti chemioterapici, tra cui fluoropirimidina, oxaliplatina e irinotecano, con il medicinale usato in un contesto di terza linea. Lo studio di fase avanzata ha raggiunto il suo endpoint primario di aumento clinicamente rilevante e statisticamente significativo della sopravvivenza generale (OS) nella popolazione intention-to-treat di pazienti trattati con fruquintinib in aggiunta alle migliori cure di supporto quando confrontata con i soggetti trattati con placebo e con le migliori cure di supporto. Sulla base di questi risultati, Chi-Med ha affermato che “si sta preparando a presentare domanda di approvazione per fruquintinib alla China Food and Drug Administration” nei prossimi mesi.

L’azienda ha anche fatto sapere di aver notato un miglioramento statisticamente significativo nella sopravvivenza libera da progressione (PFS), un endpoint secondario chiave, nel cosiddetto studio Fresco. Tra gli altri endpoint secondari figuravano il tasso di risposta obiettiva, quello di controllo della malattia e la durata della risposta, anche se non sono stati forniti ulteriori dettagli sul raggiungimento di tali obiettivi da parte del farmaco.“Il successo dello studio Fresco è un importante traguardo non solo per i pazienti con cancro colorettale e Chi-Med, ma anche per l’innovazione cinese – afferma Simon To, presidente di Chi-Med – Infatti, lo studio dimostra che la Cina ha le risorse, la capacità e la perseveranza per emergere come innovatore nel campo oncologico globale. Con otto farmaci candidati a piccole molecole in oltre 30 studi clinici in tutto il mondo, Chi-Med è in testa a questa importante evoluzione”.

Lo scorso anno, Chi-Med ha realizzato un’IPO da 100 milioni di dollari sul Nasdaq ed è una delle nuove aziende di biotech cinesi che stanno cercando di avere un impatto globale. L’azienda sta anche lavorando a fruquintinib in un test per il cancro al polmone a piccole cellule di fase avanzata e in uno studio di fase intermedia che lo vede combinato a Iressa (gefitinib) di AstraZeneca nel trattamento di prima linea dei pazienti con NSCLC avanzato o metastatico. Verranno presto avviati anche altri studi, afferma Chi-Med, tra cui un trial di fase tre sul cancro allo stomaco in cui il farmaco è combinato a paclitaxel in Cina, nuovi studi negli USA e“alcuni studi esplorativi in combinazione ad altri agenti oncologici”. La biotech sta anche lavorando ad altri trattamenti tra cui HMPL-523 per i tumori del sangue e l’artrite reumatoide – un potenziale rivale per i farmaci blockbuster come Humira di AbbVie (adalimumab) e Imbruvica (ibrutinib) di Janssen.

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