Lilly con Demira diversifica nella dermatologia

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Alla fine della settimana scorsa Lilly ha annunciato che acquisterà Dermira per 1,1 miliardi di dollari, ovvero 18,75 dollari per azione. Dermira commercializza un prodotto, Qbrexza, utilizzato per trattare l’eccessiva sudorazione delle ascelle e una pipeline che include anche lebrikizumab, candidato contro la dermatite atopica attualmente in fase 3.

La combinazione del farmaco nel programma di fase 3 e del prodotto già approvato rende l’acquisizione di Dermira “un affare strategico intelligente”, hanno scritto gli analisti di Cantor Fitzgerald in una nota agli investitori venerdì 10 gennaio. L’acquisizione rientra nella strategia globale di Lilly che vuole “aumentare la propria ricerca interna acquisendo risorse di fase clinica nelle sue aree terapeutiche di base e sfruttando le sue competenze di sviluppo e le infrastrutture commerciali”.

L’acquisizione di Dermira, comunque, ha spiazzato alcuni osservatori del mercato. Gli analisti di SVB Leerink, ad esempio, avevano indicato in Lilly un possibile player strategico nel M&A nel campo dell’oncologia.

Un’indicazione arrivata sulla scorta dell’attività di M&A condotta dalla pharma USA nel 2019, caratterizzata dalle acquisizioni di Armo Biosciences, di Aurka Pharma e di Loxo Oncology.

In occasione della teleconferenza sugli utili del Q3, il CEO Dave Ricks aveva dichiarato che la filosofia di Lilly rimane “aperta” quando si tratta di scegliere gli obiettivi di acquisizione. Nel 2019, “abbiamo fatto la nostra più grande acquisizione di sempre con Loxo Oncology da un lato e con l’accordo di licenza da quasi 1 miliardo di dollari con Centrexion per i diritti sul suo antidolorifico non-oppioide dall’altro”.

L’arrivo di Dermira rafforza le proiezioni già ottimistiche di Lilly per il 2020.

A dicembre la pharma ha dichiarato che le entrate del 2020 raggiungeranno cifre tra i 23,6 e i 24,1 miliardi di dollari, superando le stime precedenti (23,5 miliardi di dollari). La competizione dei generici nei confronti di Forteo, farmaco contro l’osteoporosi da 1 miliardo di dollari all’anno, rappresenta un rischio, ma Lilly conta su nuovi potenziali lanci, tra i quali quello del farmaco antitumorale ottenuto da Loxo l’anno scorso.

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