La Farmacovigilanza. Una questione di Intelligenza. Artificiale

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“In un futuro sempre più dominato dai dati, integrare le innovazioni tecnologiche non sarà solo vantaggioso, ma necessario per mantenere le promesse di sicurezza e di efficacia dei trattamenti, specialmente se si verificheranno ancora eventi come la pandemia che stiamo vivendo”.

Sono parole di Joe Rymsza, vice-presidente di Global Pharmacovigilance and Regulatory Technology Solution di IQVIA, manager convinto che fornire informazioni sulla farmacovigilanza in tempo reale aumenti la capacità di prevedere e rispondere immediatamente ai problemi sulla sicurezza, con significativi risparmi in termini di costi e riduzione dei rischi.

Con il mondo in piena seconda ondata di COVID-19, le aziende farmaceutiche lavorano 24 ore su 24 per portare rapidamente sul mercato un vaccino sicuro ed efficace.

E le autorità sanitarie si stanno muovendo con più flessibilità di quanto abbiano mai fatto prima. Basti pensare che generalmente occorrono 10-15 anni per portare sul mercato un nuovo vaccino; durante questa pandemia le autorità regolatorie hanno collaborato con le industrie per ridurre i tempi.

E quando uno o più vaccini saranno approvati, dovranno essere distribuiti alla gran parte dei sette miliardi di abitanti del pianeta, senza che efficacia e sicurezza siano compromesse.

Chi si occupa di sicurezza deve essere più attrezzato che mai per monitorare e segnalare potenziali eventi avversi in tempo reale, anche perché il numero di destinatari dei vaccini salirà da decine di migliaia a milioni e miliardi di persone, con coorti di popolazioni molto eterogenee. Un accumulo di big data che richiederà un grande aiuto da parte dell’intelligenza artificiale e di altre tecnologie emergenti.

Prima del COVID-19, l’industria farmaceutica è stata lenta ad accogliere le nuove tecnologie, tra cui l’intelligenza artificiale, nelle attività di sicurezza e normative. La pandemia sta esaltando l’apporto che queste innovazioni possono dare, soprattutto nel ridurre la complessità e nel migliorare la gestione dei dati, trovare informazioni su eventi avversi da fonti non strutturate e mantenere la conformità dei prodotti in commercio.

Un aumento vertiginoso dei dati
Negli ultimi quattro anni, secondo Rymsza, i dati sanitari sono aumentati dell’878% e molti terabyte in più si accumulano ogni giorno. È chiaro che gli uomini non possono più elaborare manualmente tutte le informazioni: ecco perché l’intelligenza artificiale diventa fondamentale per le aziende.

Le nuove tecnologie danno poi un contributo a capire potenziali eventi avversi e a segnalarli agli enti regolatori, con l’attività di farmacovigilanza che può essere condotta in tempi più brevi e in modo più preciso.

Allo stesso tempo, l’intelligenza artificiale per l’elaborazione dei big data aiuta gli organismi di settore e gli esperti che devono prendere decisioni su studi sulla sicurezza dei prodotti in via di sviluppo e commercializzati e sulle opportunità future per i trattamenti in commercio.

Per quel che riguarda le informazioni da fonti non strutturate, invece, questo aspetto assume una nuova rilevanza con l’avvento dei risultati riportati dal paziente e la moltitudine di nuovi canali usati, inclusi chat e social media. Queste fonti non strutturate non erano precedentemente sfruttate, ma oggi, l’industria farmaceutica può convertire queste informazioni in formati strutturati.

Con l’intelligenza artificiale, inoltre, si possono monitorare contemporaneamente più piattaforme in qualsiasi lingua, in tempo reale. Il tutto nel rispetto della privacy.

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