J&J, caso talco: da Corte di St Louis condanna per 4,69 mld di dollari

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(Reuters Health) – Una Corte di St. Louis, nel Missouri, ha condannato ieri Johnson & Johnson a pagare 4,69 miliardi di dollari, tra danni compensativi e punitivi, a 22 donne che hanno usato prodotti a base di talco, compresa una polvere per neonati, che avrebbero causato loro tumore delle ovaie. Si tratta del più pesante verdetto mai emesso contro J&J sui suoi prodotti a base di talco, ritenuti responsabili anche, in un minor numero di casi, di mesotelioma a causa di presunte contaminazioni da amianto. La multinazionale americana si trova ad affrontare novemila casi di tumore collegato all’uso del talco e continua a difendersi dichiarando che i suoi prodotti non hanno mai contenuto amianto e non causano tumore, con decenni di studi che dimostrerebbero che sono sicuri. E a proposito di quest’ultima condanna, J&J ha dichiarato che il processo è “fondamentalmente ingiusto” e che impugnerà la decisione. Una decisione, quella della Corte statunitense, arrivata dopo cinque settimane di testimonianze da parte di decine di esperti da entrambe le parti. Secondo le donne che hanno sviluppato il tumore, l’azienda americana sapeva che il talco era contaminato con amianto almeno dagli anni Settanta, ma non aveva avvertito i consumatori del rischio associato. E Mark Lanier, avvocato delle donne affette da tumore, ha invitato J&J a ritirare i suoi prodotti dal mercato “prima di causare ulteriori danni e morte ”. E se l’azienda americana, invece, dovesse continuare a vendere il suo prodotto, “dovrebbe inserire un avvertimento”, ha sottolineato Lanier. La gran parte delle condanne inflitte a J&J riguarda i casi di tumore alle ovaie. Le condanne finora ricevute, come quella del 2017, sono state ribaltate in appello mentre si attendono i responsi di almeno altri cinque verdetti. La FDA, nel frattempo, ha commissionato uno studio su vari campioni di talco, dal 2009 al 2010, nei quali non sarebbe stato rinvenuto amianto. Secondo l’avvocato Lanier, l’agenzia e J&J avrebbero usato metodi di analisi imprecisi che non consentivano il corretto rilevamento delle fibre di amianto.

Fonte: Reuters Health News

(Versione italiana per Daily Health Industry)

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