GSK, funziona il candidato vaccino contro la tubercolosi

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(Reuters Health) – Con un tasso di efficacia del 54%, il vaccino in sperimentazione contro la tubercolosi di GSK potrebbe essere il primo nuovo prodotto di questo genere a un secolo dalla messa a punto dell’unico vaccino in uso contro questa infezione, il Bacille Calmette-Guerin (BCG). A mostrare i primi incoraggianti risultati su M72/AS01, sviluppato da GSK e Aeras, un gruppo di ricerca senza fini di lucro sostenuto dalla Bill & Melinda Gates Foundation, è stato un team di ricercatori che ha pubblicato sul New England Journal of Medicine i dati raccolti nell’ambito di un trial clinico di fase IIb, ancora in corso.

M72/AS01 è progettato per impedire alla tubercolosi latente di diventare attiva e causare la malattia. I risultati preliminari della sperimentazione hanno evidenziato che, dopo un follow-up medio di 2,3 anni, 10 dei 1.786 adulti vaccinati hanno sviluppato una tubercolosi polmonare attiva, rispetto a 22 su 1.787 che hanno ricevuto il placebo. Lo studio è stato condotto in Kenya, Zambia e Sud Africa. Il vaccino avrebbe provocato, però, un maggior numero di effetti indesiderati rispetto al placebo, con i due terzi dei partecipanti che ha segnalato almeno un evento avverso, principalmente una reazione a livello del sito di iniezione o sintomi simil-influenzali. GSK è comunque fiduciosa di poter migliorare questi risultati con studi più ampi volti a perfezionare il programma di dosaggio del vaccino e a individuare gruppi specifici di pazienti che potrebbero trarre il maggior beneficio.

Il vaccino BCG, invece, è stato sviluppato nel 1921 e viene somministrato ai bambini nei paesi con alti tassi di tubercolosi per prevenire casi gravi. Tuttavia, la protezione data da questo vaccino si esaurisce in pochi anni e soprattutto il prodotto non copre contro la forma di tubercolosi che invade i polmoni e che si trasmette attraverso tosse e starnuti.Circa 1,7 miliardi di persone, un quarto della popolazione mondiale, ha un’infezione da tubercolosi latente, mettendo a rischio molte persone di contrarre una malattia che lo scorso anno ha ucciso 1,6 milioni di persone.

Fonte: New England Journal of Medicine
(Versione italiana per Daily Health Industry)

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