Gilead: bictegravir (HIV) low price nei Paesi poveri. In attesa di entrare nei mercati Usa e Europa

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Gilead darà in licenza il suo nuovo farmaco contro l’HIV, bictegravir, a Medicines Patent Pool (MPP), l’organizzazione delle Nazioni Unite che lavora per aumentare l’accessibilità a determinati farmaci nei paesi più poveri. Il prodotto dell’azienda biotech americana sarà così venduto a un costo contenuto in 116 paesi a basso e medio reddito, una volta che avrà ottenuto l’approvazione. Gilead includerà l’anti-HIV, sia da solo che in combinazione con altri farmaci, negli accordi sottoscritti con aziende di generici come Sun Pharmaceutical Industries, Strides Shasun, Mylan e SeQuent Scientific. Ma darà anche la possibilità a MPP di dare a sua volta in licenza il prodotto a società di generici in India, Cina e Sudafrica. Le motivazioni Gilead le spiega in una dichiarazione, sottolineando che “la concorrenza tra le aziende ha già determinato la riduzione del prezzo dei farmaci contro l’HIV di Gilead dell’80% dal 2006, a meno di 3,50 dollari al mese per paziente. E il 99% delle persone che assumono le terapie di Gilead contro l’HIV nei paesi in via di sviluppo consuma farmaci generici”.

Il business è in USA e Europa
Ovviamente, l’azienda è più che altro interessata ad  aggredire i mercati americano ed europeo, per quali il farmaco è ancora in attesa di approvazione. Lì andrà in concorrenza con GlaxoSmithKline e il suo Tivicay (dolutegravir), un farmaco da 1,2 miliardi di dollari di vendite. La FDA prenderà una decisione entro il febbraio del 2018. Sebbene inizialmente gli analisti avessero previsto un acceso trsta a testa tra i due prodotti, i dati della sperimentazione di fase III pubblicati in primavera hanno un po’ raffreddato queste aspettative. Bictegravir, infatti, pur avendo raggiunto gli endpoint primari, non è riuscito a dimostrare di essere superiore al farmaco di GSK, un dato che non è migliorato neanche con i risultati a 48 settimane. L’azienda inglese, di contro, sta puntando molto sull’HIV con ViiV Healthcare, che sta sviluppando un approccio a due farmaci invece degli attuali tre. Un modo per ridurre l’onere di effetti collaterali e il costo delle terapie.

 

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