Gare di appalto in Cina: arrivano le pharma occidentali

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Si conclude tutto sommato positivamente per le pharma occidentali la prima fase del nuovo sistema di gare per la fornitura di farmaci agli ospedali pubblici della Cina.

L’ufficio cinese per l’approvvigionamento unico dei farmaci ha rivelato i prezzi di 25 medicinali con brevetto scaduto delle pharma occidentali ammesse a partecipare alle gare di appalto.

Rispetto ai prezzi concordati nella fase sperimentale – aperta solo a 11 province – le aziende nazionali cinesi hanno proposto un ulteriore sconto del 25%, in media, mentre le grandi aziende internazionali, come AstraZeneca, Sanofi, Bristol-Myers Squibb e MSD, si sono tenute sui prezzi offerti inizialmente.

A sorpresa, il farmaco contro il tumore del polmone Iressa, di AstraZeneca, e quello per il cuore di Bristol-Myers Squibb, Monopril, sono stati scelti di nuovo, anche se le due aziende non hanno offerto ulteriori sconti rispetto a quelli della fase sperimentale del programma.

Anche MSD ha conquistato una quota per il suo medicinale Singulair allo stesso prezzo, più o meno, del programma, così come la chemioterapia Alimta, di Eli Lilly.

Sanofi è riuscita a piazzare l’antiaggregante Plavix e la combo irbesartan-idroclorotiazide Avalide con circa un 20% di sconto.

Prima della diffusione dei dati si temeva che le società indiane potessero sbaragliare la concorrenza. Ma questo scenario non si è verificato. Vincere queste gare significa vendite garantite e meno spese per il marketing, tuttavia resta difficile per le aziende crescere con queste forti riduzioni dei prezzi. E ora ci si chiede se il programma si estenderà anche ai farmaci biologici.

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