Farmaci generici: cresce il mercato italiano. Nord in testa per consumi

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Cresce il mercato dei generici in Italia. 1.57 miliardi ( prezzi ex factory) è il valore delle vendite nel canale retail, con un giro d’affari concentrato essenzialmente in classe A che assorbe l’89,2% a volumi e il 77,1% a valori del mercato totale dei farmaci generici, per un totale di 1,2 miliardi. È questo il dato più importante che emerge dal Report realizzato dall’Assogenerici emerge che nei primi nove mesi del 2017. I farmaci equivalenti hanno rappresentato il 21,14% del totale del mercato retail a confezioni (canale farmacia) e l’11,87% a valori (Sell In – tutte le classi di farmaci), con una crescita dello 0,5% sia a volumi che a valori rispetto al 2016.

Il peso degli equivalenti sul mercato complessivo a volumi si  attesta al 21,14%,  a fronte del 25,01% dei farmaci patented e del 53,85% dei brand a brevetto scaduto, che continuano ad assorbire il 72% del mercato off patent a volumi in tutte le classi contro il 28% coperto dagli equivalenti. Allo stesso modo, gli equivalenti sul mercato complessivo a valori sempre nel canale farmacia  quotano l’11,87% del mercato totale, senza distinzione di classi, a fronte delle performance omogenee dei farmaci protetti (39,92%) e dei brand a brevetto scaduto (48,21%), mentre rappresentano – sempre a valori – il 20% del mercato fuori brevetto contro l’80% ancora detenuto dai brand a brevetto scaduto.

 
Consumi regionali in classe A
L’analisi dei consumi per aree geografiche  conferma un robusto ricorso agli equivalenti nel Nord Italia, dove hanno rappresentato, nei primi nove mesi dell’anno in corso, il 35,2% del mercato a unità e il 24,5% a valori a fronte di una media Italia rispettivamente del 28,3% e 19,9%. Consumi decisamente inferiori al Centro (25,9% a unità e 18,4% a valori) e al Sud (20,8% a unità e 14,6% a valori). Modello di best practice ancora una volta la provincia Provincia Autonoma di Trento, dove è off patent l’80,5% delle unità dispensate dal SSN e il generico assorbe il 41,6% del totale. Seguono Lombardia (78,2%% e 37,6%), Emilia Romagna (81,0% e 35,1%), la Provincia Autonoma di Bolzano (78,3% e 33,9%). All’estremo opposto, fanalino di coda è la Basilicata,  con una incidenza di off patent sul totale rimborsato SSN del 78,3%, ma con una quota di equivalenti del 18,8%. Ammonta infine a 817 milioni la quota versata come differenziale di prezzo dai cittadini che hanno scelto di pagare di tasca propria per ritirare il brand al posto dell’equivalente: l’incidenza maggiore a livello regionale si registra in Sicilia (14,3% per complessivi 83 mln) e nel Lazio (14,2% pari a 103 milioni di euro). L’incidenza più bassa – e comunque in calo col passare dei mesi – in Lombardia, dove il differenziale versato di tasca propria dai cittadini quota il 10,8% della spesa regionale Ssn nel canale retail.

Canale ospedaliero
Nel canale ospedaliero, infine, nei primi nove mesi dell’anno i prodotti equivalenti hanno assorbito il 24,5% del mercato a volumi e il 5,8% del mercato a valori, performance  decisamente contenuta a fronte della predominanza assoluta dei prodotti in esclusiva, titolari del 39,7% dei volumi e dell’87,2% del giro d’affari di settore.

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