Eli Lilly: dallo studio Rewind nuove chance per Trulicity

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In occasione del meeting annuale dell’American Diabetes Association a San Francisco, Eli Lilly ha presentato alcuni dati che dimostrano come Trulicity abbia ridotto del 12% il tasso combinato di infarto miocardico, ictus cerebrale e morte per cause cardiovascolari.

Questo risultato colloca Trulicity nel piccolo gruppo di farmaci GLP-1 che hanno dimostrato benefici per il cuore.

Un buon risultato, ma ancora distante da quello fatto registrare da Ozempic di Novo Nordisk, a somministrazione settimanale – il cui principio attivo, semaglutid,e sta per essere sviluppato e prodotto anche sotto forma di pillola – che nel 2016 di essere in grado di poter ridurre i problemi cardiovascolari del 26%.

Come Lilly ha precisato subito, però, i risultati del suo studio, denominato Rewind, hanno alcune differenze chiave rispetto a quelli condotti da Novo Nordisk. Primo fra questi, la maggior parte dei partecipanti, circa il 69%, non aveva una malattia cardiovascolare già chiaramente diagnosticata.

Rewind è attualmente lo studio più lungo realizzato su un GLP-1, con un follow-up medio di 5,4 anni e ha coinvolto un numero equilibrato di pazienti tra donne e uomini. Inoltre, i suoi benefici sono coerenti in vari sottogruppi, come sottolinea Brad Woodward, leader dello sviluppo globale di Lilly.

“Abbiamo una popolazione che è veramente ampia e rappresentativa di pazienti trattati per diabete di tipo 2”, dice il manager, “Riteniamo che l’effetto sia coerente nei gruppi e significativo per i pazienti che vengono esaminati oggi negli studi medici.

Eli Lilly continuerà a lavorare per ottenere nuovi dati su Trulicity il più rapidamente possibile, mentre la semaglutide si fa strada nel mercato.

Nel frattempo, però, la pharma di Indianapolis sta anche lavorando a un candidato in grado di portare scompiglio in tutto il mercato GLP-1.

Sempre durante l’American Diabetes Association, Lilly ha comunicato dati positivi per tirzepatide, un doppio agonista recettoriale GIP / GLP-1 che potrebbe portare il mercato a “biforcarsi nel tempo”, come ha scritto ai clienti l’analista di Bernstein, Wimal Kapadia.

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