Antitumorali: una speranza dal DNA ultra conservato

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Crescita cellulare e soppressione tumorale: sarebbero queste le due principali funzioni di una serie di segmenti di DNA che hanno la caratteristica di essere sopravvissuti ‘ultra-conservati’ a milioni di anni di evoluzione, tanto da essere condivisi tra specie come uomo, ratto e topo.

A scoprirlo è stato un team di ricercatori del Fred Hutchinson Cancer Research Center di Seattle, guidato da Rob Bradley, che ha pubblicato la ricerca su Nature Genetics.

Nel 2004 alcuni scienziati avevano trovato 481 segmenti di DNA condivisi tra le tre specie. L’ipotesi era che, essendo rimasti conservati per milioni di anni di evoluzione, dovevano essere in qualche modo essenziali alla vita cellulare. Il gruppo guidato da Bradley, attraverso la tecnica di editing genetico CRISPR-Cas9, ha dimostrato che in effetti alcuni di quegli elementi di DNA sono chiave per la crescita cellulare e per la soppressione tumorale.

Per la ricerca, gli scienziati si sono concentrati sulle parti di DNA ultra conservate sovrapponibili a esoni denominati ‘poison’, che possono agire per porre fine alla produzione di proteine, un processo solitamente benefico che aiuta a evitare la produzione di proteine indesiderate.

Attraverso uno strumento basato sulla tecnica CRISPR, che ha permesso di rimuovere ed esaminare centinaia di esoni ‘poison’ allo stesso tempo, i ricercatori hanno confrontato 465 esoni altamente conservati confrontandoli con 91 che non erano invece condivisi tra le specie, scoprendo così che molti esoni ‘poison’ erano essenziali per la crescita delle cellule, perché la loro rimozione portava a morte cellulare.

Gli scienziati hanno quindi convalidato la scoperta su topi con un cancro ai polmoni. Alcuni esoni ‘poison’ contribuivano a promuovere la crescita cellulare, ma un sottoinsieme aveva effetti antitumorali. Esaminando infine gli esoni ‘poison’ su pazienti con carcinoma polmonare, gli scienziati hanno confermato che la capacità di sopprimere il tumore di queste parti di DNA era clinicamente rilevante, dal momento che la bassa inclusione di esoni ‘poison’ che combattono il tumore era legata a tassi di sopravvivenza significativamente peggiori.

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