American way per i farmaci basati sul microbioma

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(Reuters Health) – Usare i batteri nella lotta contro il cancro. È l’approccio sul quale stanno puntando molte biotech, sulla base delle ultime scoperte scientifiche che hanno evidenziato come i pazienti con elevati livelli di batteri intestinali ‘buoni’ abbiano maggiori probabilità di rispondere all’immunoterapia, in particolare agli inibitoriPD-1. Su questa filosofia si basa la collaborazione tra l’azienda americana Seres Therapeutics, il MD Anderson Cancer Center, in Texas, e il Parker Institute for Cancer Immunotherapy. Seres, che spera di diventare la prima azienda a trarre benefici dalla scoperta del ruolo cruciale del microbioma nella risposta all’immunoterapia, testerà il suo approccio in uno studio clinico. Una sperimentazione che sottolinea l’importanza della comunità di batteri che vivono dentro di noi e che sarebbe legata a molte patologie, dai disturbi digestivi alla depressione.  Secondo Roger Pomerantz, CEO di Seres, l’obiettivo è avviare il test clinico randomizzato contro placebo nel trattamento del melanoma metastatico nel 2018, somministrando il candidato di Seres basato sul microbioma di Seres insieme a una terapia anti PD-1, anche se non ha dichiarato con quali dei due farmaci di questo tipo attualmente in commercio avvierà la partnership; Keytruda, di MSD e Opdivo, di Bristol-Myers Squibb. Seres, che è sostenuta da Nestlé, è diventata la prima azienda produttrice di farmaci basati sul  microbioma, ma ha avuto una battuta d’arresto lo scorso anno quando un suo candidato non è riuscito a mostrare l’efficacia contro Clostridium difficile. Altre aziende, comunque, sono interessate a spostare l’attenzione sul microbioma dal trattamento di patologie puramente intestinali, come appunto l’infezione da C. difficile, la colite ulcerosa e la malattia infiammatoria intestinale, alle terapie antitumorali. Vedanta Biosciences, un’altra azienda americana, ha in programma di presentare l’approvazione per avviare una sperimentazione clinica in immuno-oncologia nel 2018, mentre anche Synlogic starebbe lavorando nel settore degli antitumorali. L’azienda francese Enterome sta invece lavorando con BMS per sviluppare test diagnostici sulla base del microbioma e potenziali farmaci da usare con immunoterapie. E per giustificare questo cambio di direzione bastano le parole del CEO di Vedanta, Bernat Olle, secondo il quale, “circa l’80% delle cellule del sistema immunitario si trovano nell’intestino, ma le cellule che vengono educate nell’intestino non rimangono lì. Ogni giorno entrano in circolo diverse volte nell’organismo e alcune di queste andranno ad alimentare i tumori”. La prima ondata di farmaci con microbioma si basa sul trapianto del microbiota fecale, ma le aziende stanno lavorando anche su versioni di sintesi.

Fonte: Reuters Health News

(Versione italiana per Daily Health Industry)

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