2018, la grande fuga dalla consumer health

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Il 2018 sarà ricordato dal mondo farmaceutico anche per il ridimensionamento del business della consumer health.

Novartis, MSD, Bristol-Myers Squibb, Bayer e Pfizer hanno venduto interamente o in parte le loro BU e nel prossimo futuro altre aziende seguiranno questo trend, con Bayer e GlaxoSmithKline in prima fila.

Tutto è iniziato nel 2015 con Novartis che ha ceduto la sua consumer health in una joint venture con GSK.

L’azienda di Basilea è ora focalizzata sui farmaci innovativi. Ha acquistato AveXis per 8,7 miliardi di dollari ed Endocyte per 2,1, con l’obiettivo di consolidare la presenza nell’arena della terapia genica.

Dopo aver abbandonato la possibilità di acquistare la business consumer unit di Pfizer, perchè avrebbe “compromesso le nostre priorità nell’investimento dei capitali”, come affermato dal CEO Emma Walmsley, GSK è tornata alla carica in dicembre con una transazione destinata a fondere le due unità della salute dei consumatori tramite una joint venture con GSK azionista di maggioranza.

La pharma britannica si concentrerà però sui prodotti farmaceutici e sui vaccini nel prossimo triennio, ha detto Walmsley, facendo contenti gli investitori.

La consumer health diventerà quindi un settore separato e sarà quotata al mercato di Londra.

Questa mossa potrebbe liberare denaro per consentire a GSK di investire ulteriormente nella ricerca e sviluppo del settore farmaceutico.

Si tratta di una priorità di massimo livello che Walmsley aveva annunciato subito dopo il suo insediamento al vertice della big pharma britannica.

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