Donald Trump ha deciso di sospendere momentaneamente l’aumento al 100% dei dazi sui farmaci, previsto per il 1° ottobre. Misura che, nelle intenzioni di Washington, è destinata a incentivare il reshoring della produzione sul territorio USA.
La decisione della Casa Bianca arriva contestualmente al raggiungimento di un accordo con Pfizer, in virtù del quale la big pharma allineerà i prezzi dei farmaci destinati a Medicaid ai livelli più bassi praticati nei Paesi OCSE, ottenendo in cambio un’esenzione sugli eventuali futuri dazi per tre anni.
L’accordo con Pfizer rappresenta il primo esempio concreto del cosiddetto modello “Most Favored Nation”: ogni paziente Medicaid negli Stati Uniti beneficerà dei prezzi più bassi disponibili per i farmaci prodotti dall’azienda.
Secondo quanto riportato da Reuters, alcune aziende farmaceutiche svizzere avrebbero già confermato l’intenzione di seguire la strada tracciata da Pfizer, portando di fatto in Europa un modello di negoziazione dei prezzi che potrebbe ridefinire le dinamiche commerciali internazionali.
L’accordo USA-Pfizer, dunque, non rappresenta solo un’intesa bilaterale, ma può trasformarsi in un vero e proprio paradigma per le contrattazioni future sui prezzi dei farmaci. Bruxelles è chiamata ora a valutare con attenzione se e come integrare questa nuova dinamica nei propri strumenti di politica sanitaria comunitaria.