Il capo ad interim di Teva, Yitzhak Peterburg – che ha preso le redini dell’azienda israeliana dopo che il CEO Erez Vigodman ha rassegnato le sue dimissioni la scorsa settimana – ha annunciato di voler condurre una “revisione approfondita del business con l’intero team Teva, per aumentare il valore della società per gli azionisti”. Ma secondo alcuni analisti non avrebbe senso fare questa operazione senza aver prima nominato un nuovo CEO. In particolare, a sottolineare la necessità di avere prima una figura alla guida, è stato Randall Stanicky, di RBC Capital Markets, che ha espresso dei dubbi sui tempi che richiederebbe questa revisione e che dunque potrebbero prolungare il periodo in cui l’azienda non avrà un capo. E Stanicky non è il solo a essere preoccupato. Anche Benny Landa è convinto che Teva debba nominare il prima possibile un nuovo CEO. “Il capo più adatto è una persona con un forte background nel farmaceutico, a livello mondiale. Una persona – ha spiegato l’esperto a un giornale israeliano – che ha gestito un’azienda farmaceutica o era in una posizione di alto livello”. Landa ha altre raccomandazioni per l’azienda di generici, tra cui la sua divisione in due settori. Gli azionisti, comunque, avranno le idee più chiare quando l’azienda israeliana presenterà i dati dell’ultimo trimestre dello scorso anno e tirerà le somme per l’intero 2016.
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