Una diminuzione del livello di soddisfazione da parte degli italiani nei confronti del Sistema sanitario nazionale, che è passata dal 69% dal 2021 al 48% di quest’anno. Uno su 2 si dichiara insoddisfatto, con dati più alti rispetto a quelli evidenziati negli altri Paesi europei sul gradimento rispetto al proprio servizio pubblico di assistenza. Si è appena conclusa a Milano la presentazione dell’edizione 2024 dell’indagine promossa dal Gruppo Stada, che da 5 anni indaga i comportamenti e i sentiment degli italiani in relazione a diverse tematiche di salute. Quest’anno lo Stada Health Report si è soffermato appunto su “Gli italiani e la salute: riflessioni su sistema sanitario e digitalizzazione”.
A commentare l’edizione italiana della ricerca, condotta da Human8 su oltre 2.000 cittadini, un parterre di autorevoli relatori, tra i quali una folta rappresentanza di farmacisti, con Andrea Mandelli, presidente della Federazione degli Ordini dei farmacisti, Roberto Tobia, segretario di Federfarma, Giovanni Petrosillo, Presidente Federfarma-Sunifar, e Paolo Levantino, segretario nazionale di Fenagifar, la Federazione nazionale dei giovani farmacisti. Questo perché la farmacia è stata al centro sia della ricerca, sia delle riflessioni condivise in fase di commento. Si è parlato sia di Servizio sanitario nazionale, sia di centralità dei professionisti sanitari, con un focus particolare proprio sull’evoluzione recente della farmacia, sia, infine, del processo di digitalizzazione che interessa la sanità tutta.
Cala la soddisfazione per il Servizio sanitario
Sul Ssn lo Stada Health Report 2024 ha riscontrato dunque una diminuzione del livello di soddisfazione da parte degli italiani. L’insoddisfazione non è tanto per le prestazioni che il Ssn eroga, quanto piuttosto sul livello di accessibilità al sistema, in particolare alle visite specialiste, alla diagnostica e ai servizi di prevenzione. “Condividiamo i dati” ha commentato Claudio Cricelli, presidente emerito della Società italiana di medicina generale (Simg) “la situazione è particolarmente grave in alcune zone di Italia”. In quest’ottica appare evidente il ruolo della farmacia, chiamata a supplire ai disservizi del Ssn: “La farmacia ha di recente cambiato pelle” ha commentato il presidente della Fofi Andrea Mandelli “con impegno e dedizione, e oggi noi farmacisti possiamo fare sempre di più sia in ottica di servizio al cittadino, sia di screening di prevenzione, così preziosi per la sostenibilità dell’intero sistema salute”.
Di contro all’insoddisfazione per l’accessibilità al Servizio sanitario nazionale c’è un dato importante evidenziato dallo Stada Report: il 77% degli italiani si fida della medicina tradizionale, merito del lavoro dei tanti professionisti sanitari, anche al netto del problema carenze di personale, che non va comunque sia sottovalutato. “Mancano 3.000 medici” ha detto Fiorenzo Corti, vicesegretario nazionale della Fimmg, Federazione italiana dei medici di medicina nazionale “a causa di un grosso errore di valutazione commesso decenni fa, ma nel giro di un paio d’anni la situazione dovrebbe normalizzarsi”. Sulla carenza di farmacisti è intervenuto Roberto Tobia, commentando che “l’aumento di professionalità e di nuovi servizi in farmacia comporta un’inevitabile accresciuta richiesta di professionisti al banco”. Secondo Annalisa Mandorino, segretario generale di Cittadinanzattiva, bisogna “investire di più sul Ssn e intervenire prima che l’insoddisfazione diventi rassegnazione”.
Farmacia e farmacisti protagonisti
In merito al ruolo centrale dei professionisti sanitari, gli italiani hanno le idee chiare: il 39% si fida di medico e farmacista e vede bene l’integrazione di nuovi strumenti digitali per facilitare il lavoro umano (cartelle cliniche elettroniche, per esempio, ma anche foglietti illustrativi digitali e app). Sebbene i nostri connazionali siano favorevoli al processo di digitalizzazione che sta interessando il settore sanitario in generale, oltre 4 cittadini su 10 chiedono che si punti sul miglioramento dell’aspetto relazionale dell’assistenza sanitaria, perché è l’elemento umano il vero plus apprezzato dai cittadini.
Ci si è, quindi, soffermati sui giovani, nativi digitali e maggiormente propensi a una digitalizzazione del sistema, avvezzi all’uso dei social e spesso anche più soggetti a credere alle tanto pericolose fake news. “Con loro dobbiamo trovare un nuovo modo di dialogare” ha detto Andrea Mandelli “per capire come intercettare i loro bisogni”. “Navigano e si informano con dottor Google e i social, ma poi la conferma ultima vengono a chiederla in farmacia” ha sottolineato Giovanni Petrosillo, sottolineando il ruolo di responsabilità del farmacista, comunicatore di salute immediatamente accessibile sul territorio. Paolo Levantino ha quindi soffermato l’attenzione sui social come veicolo con cui raggiungere i più giovani: “la comunicazione oggi deve essere su più fronti, sia dentro, sia fuori dalla farmacia”. Tutti si sono detti d’accordo che, in ogni caso, la digitalizzazione non potrà mai sostituire il rapporto di prossimità con medico e farmacista e la relazione di cura.
Gli italiani e la solitudine
Ultimo nodo toccato dallo Stada Health Report è quello della salute mentale, già oggetto di analisi nelle edizioni precedenti dell’indagine, e, in particolare, della solitudine, che interessa ben 1 italiano su 2 (57%), dato più alto della media europea. 2 italiani su 10 dichiarano di sentirsi sull’orlo del burnout a causa di relazioni sempre meno profonde e talvolta del tutto superficiali, come nel caso delle “amicizie” sui social.
Anche in quest’ottica un’assistenza di prossimità può rivelarsi utile per intervenire prontamente nei confronti di chi ha maggiore e immediato bisogno di cure. “Il farmacista è un ottimo ascoltatore” ha detto Giovanni Petrosillo “e specie in condizioni di isolamento o in piccoli centri abitativi può rivelarsi utile al di là della consegna del farmaco”. “Con l’Ordine degli psicologi stiamo dialogando per realizzare un progetto di collaborazione che ci veda coinvolti insieme” hanno annunciato Andrea Mandelli e Michela Pensavalli, vicepresidente della Federazione italiana psicologi “la farmacia è un punto di assistenza accessibile che va sfruttato anche per il tema della salute mentale”.
Serve un approccio ‘patient care’, la farmacia è sentinella
“Dal Report emerge come gli italiani chiedono sempre più un approccio “patient care”, che evidenzi il lato umano dell’assistenza sanitaria, sottolineando la necessità di valorizzare l’aspetto relazionale nella cura” ha commentato in chiusura Salvatore Butti, general manager & managing director di Eg Stada Group. “La farmacia è una sentinella preziosa” ha concluso. “Grazie alla sua capillarità e facilità di accesso, al suo spirito di accoglienza e alla dedizione di migliaia di farmacisti, è un elemento chiave dell’assistenza al cittadino che non potrà essere sostituita e sulla quale bisogna, anzi investire. Perché è fonda
di Chiara Verlato