L’allarme arriva ancora una volta da Pascal Soriot, CEO di AstraZeneca: entro quindici anni, l’industria farmaceutica europea rischia di ridursi a recitare un ruolo marginale nel panorama mondiale. In un’intervista esclusiva al quotidiano francese Le Monde, il manager accende i riflettori sulle politiche degli Stati Uniti e sul ritardo europeo nella promozione dell’innovazione: “Tutte le nuove fabbriche che produrranno i farmaci del futuro nasceranno oltreoceano”, sottolinea Soriot.
In carica dal 2012, il CEO ha riportato la pharma anglo-svedese nell’élite globale dell’innovazione. Oggi AstraZeneca conta oltre 94.000 collaboratori e nel 2024 ha registrato ricavi per 54,1 miliardi di dollari, di cui quasi il 43% provenienti dagli Stati Uniti.
Soriot individua due minacce principali per l’Europa: gli investimenti massicci delle multinazionali negli Stati Uniti per evitare i dazi e il ruolo sempre più dominante della Cina. Già leader nel mercato dei generici, il Paese del Dragone è diventato un rivale temibile anche nel settore dei farmaci innovativi.
“Fino a vent’anni fa, l’innovazione farmaceutica europea era il punto di riferimento – conclude Soriot –. Oggi gli Stati Uniti hanno preso il comando, mentre la Cina, che un tempo puntava solo sui generici, ha fatto enormi investimenti in nuove tecnologie, avanzando a una velocità impressionante. Nel frattempo l’Europa ha scelto la regolamentazione al posto del sostegno all’industria. E ora ne paga le conseguenze”.