Scaccabarozzi (Farmindustria): della nuova governance farmaceutica non salviamo nulla

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“Il documento sulla Governance farmaceutica contiene ricette vecchie e che rischiano solo di fermare la ricerca e lo sviluppo che ha consentito in questi ultimi anni al settore farmaceutico di crescere e fare investimenti”.

Il giudizio lapidario arriva dal presidente di Farmindustria, Massimo Scacabarozzi che in occasione di un incontro con i giornalisti per uno scambio degli auguri di Natale ha parlato a 360 gradi del documento presentato recentemente dal Ministro della Salute, Giulia Grillo. Ma non solo governance, si è parlato anche di payback, dei nuovi vertici Aifa e del futuro del settore.

Presidente Scaccabarozzi, come giudica questa Legge di Bilancio?
Noi siamo un settore particolare, perché viviamo di normative che eludono la manovra e sono quelle che ci preoccupano di più, vedi il documento sulla Governance.

Ecco, proprio la Governance, dopo anni di tregua tornate nel mirino. Ve lo aspettavate? Il Governo sembra essere infatti un po’ prevenuto su di voi
Non so che farà questo Governo però quando ci sono momenti di cambiamento ognuno arriva con le proprie idee che poi però si devono confrontare con il dialogo e la competenza. Faccio l’esempio del Sunshine act, quando siamo stati auditi alla Camera il relatore ha detto che apprezzava molto la nostra posizione perché non era a conoscenza del nostro codice di trasparenza. Questo per dire che ognuno arriva con le sue idee ma poi con il confronto si chiarisce tutto. Detto ciò c’è sempre un po’ di pregiudizio anche se negli ultimi anni qualcosa è cambiato in positivo. Certo, non siamo perfetti ma noi ce la mettiamo tutta e meritiamo rispetto per il valore aggiunto che diamo al Paese.

Insisto, rispetto al recente passato il vento sembra essere cambiato in peggio per voi.
Ma guardi anche con il precedente Governo all’inizio non è stato facile spiegare il valore della farmaceutica. Noi abbiamo portato crescita che poi è quella che serve a rimanere nei parametri europei. A mio avviso Salute e sviluppo economico si devono parlare e trovare leve per finanziare la spesa. Il nostro settore è infatti proprio a cavallo delle due cose e rendiamo più di quello che prendiamo con un impatto sul Pil importante.

Torniamo al documento sulla governance che a voi proprio non va giù.
Iniziamo col dire che per esempio contiene ricette vecchie come quella dell’equivalenza terapeutica che risale al ’99 o il Prezzo/Volume che Aifa fa già. Noi per esempio non siamo contro ma diciamo sì all’equivalenza terapeutica quando è dimostrata scientificamente. Poi c’è l’aspetto con cui si cerca di mettere insieme tanti farmaci per comprarne uno solo. Ma ciò non produrrà risparmi, noi abbiamo bisogno di stimolare la concorrenza e ci devono dare la possibilità di competere o rischiamo, mettendo sullo stesso piano i farmaci coperti da brevetto e quelli no, di fermare la ricerca e lo sviluppo. Così facendo perché le altre industrie dovrebbero continuare a produrre i loro medicinali? Se chiuderanno e dovranno licenziare, non si chieda poi a noi il motivo. Insomma, con queste misure vediamo conseguenze negative per industria, a livello scientifico e a livello politico.

Si parla anche di revisione del prontuario. Garattini dice che la metà dei farmaci non serve.
Non lo so se è vero. Non è detto per esempio che un unico antipertensivo funzioni per tutti i pazienti. Ogni paziente deve poter trovare il farmaco adatto a lui. E poi nessuno se lo ricorda che due anni fa c’è già stata una revisione e le industrie sono state chiamate a ridurre il prezzo? E poi mi faccia dire una cosa: oggi abbiamo il 90% dei farmaci a brevetto scaduto e se si vuole fare ancora cassa sulla farmaceutica il barile è stato già raschiato a fondo. E poi il farmaco è stra-controllato, noi rispetto ad altri settori abbiamo Aifa, forse i risparmi vanno cercati altrove. Lo diciamo chiaramente la spesa per il farmaco è sottostimata e negli anni passati per fare cassa si abbassava il tetto, oggi siamo già arrivati al limite.

E sulla rinegoziazione dei prezzi dopo che si è raggiunto un accordo?
Non siamo d’accordo. Una volta che è stata fatta una negoziazione quella dev’essere.

Quindi i 2 miliardi che il governo pensa di risparmiare?
Ripeto come ho già detto in queste settimane: è un’utopia.

Altra partita è quella del payback. Chiuderete la partita sul pregresso?
È nostra volontà e stiamo dialogando, ma la partita si risolve solo attraverso un accordo perché con le metodologie non ne usciamo. La legge è una sola e anche la metodologia dovrebbe essere unica ma per ogni anno ne è stata utilizzata un’altra. Quindi solo gli accordi possono risolvere lo stallo e noi vogliamo uscirne perché altrimenti poi è sempre un’arma con cui si dice industrie non pagano, anche se poi per esempio sul pregresso 2013-2015 abbiamo già dato 900 mln che sono fermi al Mef. Noi vogliamo pagare il giusto e ciò che è giusto lo stanno dicendo i Tar.  Speriamo di uscirne e andare avanti con un nuovo sistema per il futuro.

Ma se andasse in porto la nuova governance così com’è stata disegnata cosa rischia il settore?
Sicuramente con l’incertezza che si è creata a breve termine sarà difficile continuare a fare assunzioni come abbiamo fatto negli ultimi anni. E poi come dicevo prima se si disincentiva la ricerca e lo sviluppo la tenuta del settore è a rischio.

Ma c’è una cosa che salvate di questa governance?
Ci piace il fatto che sia un documento d’indirizzo e accolgo con favore le dichiarazioni del Ministro sul fatto che sia un testo aperto al confronto.

Il dialogo con il Dg Aifa Li Bassi com’è?
Ci siamo visti e c’è un dialogo aperto e credo che dovremmo fissare al più presto nuovi incontri per arrivare ad una mediazione.

Certo, in un momento non facile per il Paese non crede però sia giusto che anche il pharma faccia la sua parte?
Sono d’accordo che si possano trovare strade per risparmiare ma se si pensano di trovare 2 mld, ripeto non si trovano laddove non è possibile. La spesa è sottofinanziata non lo dimentichiamo.

Un suo pensiero invece sulla proposta delle Regioni di Antonio Saitta alla presidenza Aifa? Come assessore in Piemonte ha puntato molto sulle gare in equivalenza terapeutica a voi indigeste.
Essendosi occupato dell’area salute con le regioni ha certamente esperienza. Ma credo che bisogna fare una riflessione al di là delle persone perché ancora oggi il farmaceutico è visto come un silos e si gioca su numeri e mancate conoscenze. Le faccio un esempio, magari con una gara regionale si risparmia su un farmaco ma poi chiude un’impresa e a conti fatti il bilancio della regione poi risulta negativo.

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