Rapporto AIFA: crescono gli studi clinici, flessione per il pharma made in Italy

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Crescono le sperimentazioni cliniche nel nostro Paese,  ma il made in Italy farmaceutico perde terreno in confronto con l’Europa. Nel 2015 sono state autorizzate nel nostro Paese 672 trial contro i 592 del 2014 e i 583 del 2013. Ma se nel 2014 rappresentavano il 18,2% del totale europeo, nel 2015 la percentuale è scesa al 17,2%.

Sono questi i dati più significativi che emergono dal quindicesimo Rapporto sulla Sperimentazione Clinica dei medicinali in Italia 2016, pubblicato dall’AIFA. “Durante l’anno 2014 si era visto un potenziale trend in aumento delle sperimentazioni cliniche in Italia – si legge nel documento – che aveva portato a ipotizzare un futuro di primo piano nel settore delle sperimentazioni cliniche. Tuttavia, il dato del 2015 ha rilevato una sostanziale stabilità rispetto al quadro europeo ricordandoci, pertanto, la necessaria attenzione da dover dedicare a questo settore per far raggiungere all’Italia il livello di competitività auspicato”. Si conferma il primato delle sperimentazioni in oncologia, che rappresentano il 37% del totale (per un totale di 249, ma in calo dell’1,8% rispetto all’anno precedente). Le sperimentazioni nelle malattie rare sono circa il 24,9% (ovvero 167) e continuano, seppur lievemente, ad aumentare con un trend che secondo gli esperti Aifa lascia intravedere “l’arrivo in quantità crescente di farmaci innovativi e di risposte terapeutiche per patologie attualmente ancora prive di cura”. Crescono anche le sperimentazioni su farmaci biologici/biotecnologici (32,8%). Rispetto al totale, si registra un lieve aumento di sperimentazioni profit, ovvero con il supporto di uno sponsor privato: sono passate dal 71,6 del 2014 al 75,6% al 2015, a fronte di quelle no profit scese dal 28,4 al 24,8%. Crescono peraltro gli investimenti nel settore dell’industria farmaceutica, da 1350 milioni di euro nel 2014 a 1.415 nel 2015, mentre gli addetti in ricerca e sviluppo passano da 5.950 a 6.100. Infine, la maggior parte delle sperimentazioni, ovvero il 45,5% e in linea con lo scorso anno, è di fase III, ovvero quasi giunta al termine dell’iter.

 

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