Novartis potenzierà il portafoglio di ricerca e sviluppo sull’immuno-oncologia. Lo ha detto Jay Bradner, presidente del Novartis Institutes for Biomedical Research (NIBR). L’azienda svizzera sta attualmente cercando di mettere a punto una serie di prodotti per recuperare il ritardo con gli attuali leader in campo immuno-oncologico, come Bristol- Myers Squibb, Merck & Co e Roche, che producono e commercializzano tutti gli inibitori di checkpoint disponibili sul mercato. Novartis è entrata nel settore immuno-oncologico all’inizio del 2015 quando ha istituito un gruppo di ricerca, guidato da Glenn Dranoff, dedicato allo studio di un vaccino contro il cancro. Attualmente Novartis sta valutando circa 18 prodotti in ambito immuno-oncologico riguardanti terapie basate su T-cell engineered, T-cell modulators e su farmaci che attaccano il microambiente tumorale. Bradner ritiene che così Novartis potrà guadagnare una posizione di leadership in campo oncologico e che i dati che emergeranno nei prossimi 12-18 mesi indicheranno il percorso da seguire. Il principale candidato di Novartis in campo immuno-oncologico, il CTL019 (T-cell therapy), dovrebbe essere a breve presentato come farmaco da impiegarsi contro la leucemia linfoblastica acuta pediatrica.
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