Novartis: niente cessione azioni a Roche. Un “no” da 14 miliardi di dollari

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La big pharma svizzera Novartis torna sui propri passi e annuncia di non voler cedere a Roche la sua partecipazione (33,3%). Un ‘no’ che ha un valore di 14 miliardi di dollari e che conta un terzo dei diritti di voto. “Non è il caso di vendere” ha commentato il Chairman Joerg Reinhardt, spiegando le motivazioni della decisione. Risale ad un anno fa infatti l’idea della cessione che ad oggi “non è ritenuta più un elemento strategico”. La quota in Roche da parte di Novartis nasce tra il 2001 e il 2003 e nel 2016 ha fruttato alla multinazionale di Basilea un guadagno superiore ai 450 milioni di dollari. Secondo gli analisti, la risposta da parte di Novartis al mancato introito che deriva dalla decisione di non portare avanti il progetto di vendita a Roche (valutabile tra i 12 e i 14 miliardi di dollari) potrebbe essere rappresentata da qualche azione di M&A. Già da tempo la big pharma svizzera ha messo in atto cessioni ed acquisizioni, per esempio nel campo dei vaccini, con GSK nel 2014, o del business veterinario con Eli Lilly. L’acquisto nel 2016 del portafoglio prodotti dei farmaci per il sistema nervoso centrale con una spesa di 496 milioni di dollari, potrebbe comportare la vendita nell’immediato futuro dei diritti sui farmaci respiratori.
Tra i potenziali big deal anche la vendita a GSK – nell’ambito della venture creata con i vaccini –del settore consumer, pari a 10 miliardi di dollari. In ultimo, affiora sempre di più l’interesse da parte di Novartis per l’azienda che sviluppa prodotti e diagnostica per la radioterapia Advanced Accelerator Applications e per la sua pipeline che include un farmaco per la cura dei tumori neuro endocrini (NET)

 

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