Novartis siede al tavolo con l’amministrazione Trump sul tema della riforma dei prezzi dei farmaci, ma non si aspetta sviluppi a breve. “I colloqui sono stati produttivi, un confronto aperto per trovare soluzioni. Tuttavia, sul piano delle decisioni, è difficile fare previsioni”, ha dichiarato il CEO Vas Narasimhan in occasione della conference call sui risultati del secondo trimestre, giovedì 17 luglio.
Il riferimento è al piano – noto come “most-favored-nation pricing”, introdotto con un ordine esecutivo firmato da Donald Trump a maggio 2025, ma non ancora attuato – che punta ad allineare i prezzi statunitensi di alcuni farmaci a quelli più bassi praticati nei Paesi OCSE. La misura, fortemente osteggiata dall’industria, mira a contenere la spesa farmaceutica statunitense e a ridurre il divario con le tariffe europee e asiatiche.
Secondo Narasimhan, il Department of Health and Human Services (HHS), guidato da Robert F. Kennedy Jr., starebbe ancora valutando le modalità attuative del provvedimento. “L’obiettivo dichiarato è proteggere la leadership americana nell’innovazione biofarmaceutica, evitando che venga erosa dalla concorrenza cinese o di altri Paesi”, ha osservato il CEO della big pharma svizzera, “Per questo l’approccio non può essere esclusivamente punitivo”.
Gli scenari alternativi
Novartis e altre aziende multinazionali del comparto stanno esplorando scenari alternativi, tra cui un contributo maggiore da parte dei mercati non-USA al finanziamento dell’innovazione, nel tentativo di bilanciare accesso e sostenibilità. Tuttavia l’amministrazione Trump non ha escluso l’introduzione di dazi fino al 200% sulle importazioni di farmaci come strumento di pressione per favorire l’adeguamento volontario da parte delle aziende.
Piano normativo ad hoc
L’HHS ha chiarito che, in assenza di collaborazione, il Segretario avrà mandato per proporre un piano normativo ad hoc. Ma ad oggi non è chiaro se e come tale strumento potrà essere applicato.
Narasimhan ha concluso il suo intervento confermando la disponibilità di Novartis a proseguire il confronto: “Stiamo valutando tutte le opzioni per contribuire alla sostenibilità del sistema, ma la complessità tecnica e geopolitica del tema richiederà tempo per arrivare a una soluzione condivisa”.