ISS, Ricciardi si dimette: “Lascio un Istituto solido e riorganizzato”

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L’Istituto Superiore di Sanità volta pagina: il presidente Walter Ricciardi si dimette ufficialmente e dal 1° gennaio 2019 non sarà più in sella. Si apre ora la partita della sua successione ma è lui stesso in quest’intervista a spiegarci le ragioni della sua scelta.

Professor Ricciardi perché queste dimissioni?
Una scelta personale per potermi dedicare pienamente all’attività di ricerca e accademica, che anticipa di poco la scadenza del mio mandato.
 
Una cosa è certa, non c’è mai stato un gran feeling con il Ministro Grillo…
Personalmente ho sempre avuto un ottimo rapporto con Giulia Grillo sia quand’era parlamentare che dopo la sua nomina a Ministro. Però non c’è dubbio che il rapporto che avevo con l’ex Ministro Lorenzin e la collaborazione che avevo con il Ministero era d’intensità diversa.

Ma detto ciò è evidente che alcune posizioni del Governo, penso ai vaccini e ai migranti, non mi hanno trovato d’accordo. Tengo comunque a ribadire che non me ne vado in polemica con la Grillo ma perché ritengo di aver esaurito il mio compito all’Istituto.
 
Grillo le ha chiesto di restare?
No, ma mi ha proposto di rimanere nell’Executive Board dell’Oms e di questo la ringrazio per la fiducia dimostratami.

Ora cosa succederà all’Istituto?
Dal 1° gennaio, giorno in cui saranno effettive le mie dimissioni, ci sarà un’ordinaria amministrazione che potrà gestire il Direttore generale e poi spero che si attivi quanto prima la procedura per un nuovo presidente che prevede la proposta del Ministro della Salute al Presidente del Consiglio, sentite le commissioni parlamentari, di una personalità di alto livello scientifico.

Quale Istituto lascia dopo i suoi quattro anni e mezzo prima da commissario e poi da presidente?
Sono stati anni molto impegnativi e in certi momenti estremamente difficili ma alla fine in certi momenti anche molto entusiasmanti. Di fatto ho preso un Istituto che era in forte deficit e fortemente in crisi dal punto di vista organizzativo e finanziario e lascio ora un Istituto solido e riorganizzato e con 437 unità di personale, che erano precarie da in media 15 anni, stabilizzate, con un fortissimo riconoscimento sia a livello nazionale che internazionale.

Anni che sono stati comunque difficili. In ultimo il servizio de Le Iene in cui è stato accusato di avere dei conflitti d’interesse…
Accuse insussistenti nella forma e nella sostanza. Nella mia carriera sia a livello nazionale che internazionale ho sempre dichiarato tutte le mie attività, seguendo le modalità di volta in volta richieste dai regolamenti e dalle norme. Ho sempre perseguito la massima trasparenza. Detto questo sia chiaro che tutti i rapporti di collaborazione, a qualsiasi titolo, che avevo con le aziende del settore sono stati troncati nel momento stesso in cui sono arrivato all’Iss per perseguire esclusivamente gli interessi dell’Ente.

Ora cosa farà?
Torno a lavorare all’Università Cattolica del Sacro Cuore dove riprenderò l’attività di ricerca e l’impegno accademico e poi ovviamente le mie attività internazionali che manterrò in qualità di presidente della Società mondiale di sanità pubblica che mi consentirà di portare la nostra tradizione di sanità pubblica in tutto il mondo e di promuovere all’estero l’immagine e la qualità della ricerca del nostro Paese che ho avuto l’onore e l’onere di servire e poi i miei due incarichi professionali a Oxford e Philadelphia

In questi anni quale idea si è fatto della situazione del nostro Ssn?
Devo dire che lascio il mio incarico in un momenyo in cui il Ssn vive una crisi profonda. Dal punto di vista della qualità dell’assistenza, dell’equità, dell’efficacia e dell’efficienza è un servizio sanitario estremamente differenziato dove a realtà di eccellenza si contrappongono situazioni da terzo mondo.

La situazione è così grave a mio avviso che può essere affrontata solo con un confronto strutturato e serrato tra tutti gli stakeholder (Stato-Regioni-professionisti-manager-cittadini).

Penso che sia il momento di convocare gli Stati generali della sanità per ragionare su soluzioni legislative e organizzative tali da garantire la sostenibilità presente e futura del Ssn.

Altrimenti i prossimi anni offriranno un quadro estremamente complesso, caotico e molto problematico per gli operatori che lavorano nelle strutture pubbliche. Le più esposte alla crisi per la mancanza di risorse con tutti i rischi di un loro inarrestabile e progressivo deterioramento.

Cosa pensa dello spoils system?
È nelle prerogative di ogni Ministro avere accanto a sé persone di fiducia, ma è chiaro che l’aspetto fondamentale è che siano persone competenti.

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