Gilead, Q1 poco felice. Ma cash robusto per M&A

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(Reuters Health) – Profitti giù del 25%, con conseguente calo delle azioni del 2,5%. È il Q1 poco felice di Gilead, legato soprattutto alla contrazione delle vendite dei prodotti di punta per l’epatite C. Ma, secondo Salim Syed, analista di Mizuho, tra le cause ci sarebbero anche “le maggiori spese in R&S e le tasse più elevate”. Dai dati dell’azienda è emerso che le vendite trimestrali dei farmaci per l’epatite C Sovaldi, Harvoni ed Epclusa sono arrivate a 2,6 miliardi di dollari, contro i 4,3 miliardi di dollari dello stesso periodo nello scorso anno. Il dato, in realtà, è in linea con le previsioni degli analisti (2,65 miliardi di dollari). Le vendite dei prodotti antivirali – un altro settore di punta di Gilead – sono aumentate a 3,3 miliardi di dollari dai 2,9 miliardi di dollari dello stesso trimestre del 2016. Il reddito netto del primo trimestre, però, è sceso a 2,7 miliardi di dollari dai 3,6 miliardi dell’anno precedente. L’azienda aveva comunque avvertito che le vendite sarebbero state in calo, sia per il ridotto numero di pazienti considerati idonei al trattamento per l’epatite C, sia per la crescente concorrenza di altre aziende. Tutto nelle previsioni, dunque, secondo quanto dichiarato anche dal CEO di Gilead, John Milligan, che ha però sottolineato come, con 34 miliardi di dollari cash, l’azienda starebbe pensando “a creare partnership e a fare potenziali acquisizioni”. Milligan non crede, invece, negli eventuali sforzi a livello di agevolazioni fiscali promesse da Trump. “Non possiamo contare o aspettare le riforme e il rimpatrio di contanti”, ha dichiarato durante la conference call con gli analisti.

Fonte: Reuters Health News

(Versione italiana per Daily Health Industry)

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