Ema, parte il contingency plan per Amsterdam. Le questioni sul tappeto

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(Reuters Health) – All’indomani dell’assegnazione della nuova sede dell’Ema, parte il contingency plan per il trasferimento da Londra ad Amsterdam. L’esito del sorteggio di ieri ha premiato la città che era in cima alla lista delle destinazioni gradite allo staff Ema. Si tratta di 900 persone e relative famiglie che, in moltissimi casi, risiedono a Londra dal 1995, anno in cui è entrata nel pieno delle funzioni l’Agenzia europea per i medicinali. Il tempo per fare i bagagli non manca: oltre un anno, considerando che Big Ben, per Ema, dirà stop a marzo 2019, quando la Gran Bretagna uscirà dalla UE definitivamente.  La scelta di Amsterdam eviterà la “fuga di massa” paventata all’indomani del referendum del 23 giugno 2016. Tuttavia l’Executive Director dell’agenzia, Guido Rasi, teme che 200 addetti possano lasciare il loro posto. Ma ciò che desta maggiori preoccupazioni al manager è il rischio che la macchina oliata di Ema subisca qualche intoppo, soprattutto in termini di approvazioni dei nuovi farmaci. Anche perché la lista di attesa è nutrita e ben qualificata, spalmata un po’ per tutte le aree terapeutiche. C’è poi il problema della aziende farmaceutiche che risiedono e producono nel Regno Unito. Secondo l’European Federation of Pharmaceutical Industries and Associtations, da UK, ogni anno, escono 2.600 farmaci . Ogni mese 45 milioni di confezioni attraversano la Manica per arrivare nell’Europa Continentale e 37 milioni vanno sugli altri mercati.

Trasloco “salato”
Lasciare gli uffici londinesi, secondo Noel Wathion, Deputy Executive Director di Ema, costerà circa 400 milioni di Euro. Bruxelles vorrebbe che Londra si assumesse almeno parte dell’onere.  C’è infine una questione di “competenza territoriale”: big pharma con sede in Gran Bretagna, come GSK e AstraZeneca, dovranno confrontarsi con due agenzie regolatorie: l’Ema e quella britannica. Un grosso punto interrogativo anche per le pharma giapponesi, con base in Uk e un mercato europeo. Il Governo britannico ha assicurato la propria collaborazione in tutte le fasi delicate del passaggio.

Fonte: Reuters Health News

(Versione italiana per Daily Health Industry)

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