Brexit, non solo pharma. L’impatto sulla salute

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Non solo problemi per l’approviggionamento di farmaci e merci. Una Brexit senza accordo con il Parlamento Europeo potrebbe causare, entro il 2030, tra i 3000 e i 23.000 decessi in più a causa del forte aumento del costo di frutta e verdura che potrebbe verificarsi dopo l’uscita dall’Unione Europea.

A questa conclusione è giunto uno studio condotto dall’Imperial College di Londra, condotto da Christopher Millett, che si è occupato dell’impatto dei vari scenari legati alla Brexit del prossimo 29 marzo.

Lo scenario
Il Regno Unito ha importato l’84% di frutta e il 43% di verdura nel 2017. Questa elevata dipendenza dalle importazioni comporterà decisi aumenti dei prezzi in tutti e cinque gli scenari considerati dallo studio dell’Imperial College, che ha tenuto conto sdia un accordo di libero scambio con l’UE, sia di una hard Brexit.

Dalle ricerche di mercato emerge che i britannici comprano meno frutta e verdura quando aumentano i prezzi.
Gli autori dello studio hanno utilizzato questi dati per prevedere l’effetto degli aumenti dei prezzi sul loro consumo, e quindi sulla salute.

I prezzi più elevati saranno da correlare a 3000-12.000 ulteriori decessi tra il 2021 e il 2030, in caso di una uscita dall’Europa con un accordo di libero scambio, e a 7000-23.000 decessi in caso di uscita senza accordo.

Il team dell’Imperial College spiega che si è concentrato su frutta e verdura perché sono gli alimenti più importanti per la salute.

Secondo alcuni dei più strenui sostenitori della Brexit, l’uscita dall’Europa potrebbe costituire l’occasione, per i britannici, di un ritorno all’agricoltura, come avvenne durante la Seconda Guerra Mondiale.

Ma il confronto con il passato regge poco. Durante l’ultimo conflitto mondiale, i generi alimentari erano razionati e il Govrno britannico aveva preparato la popolazione a un regime di austerity. Oggi non è così.

Alcune varietà di frutta, come le banane, non possono essere coltivate in Gran Bretagna. Bisognerà poi fare i conti con la non disponibilità degli 80 mila lavorati stagionali che ogni anno si recano in Gran Bretagna per la raccolta di frutta e verdura.

I prezzi non caleranno se i contadini non possono assumere un numero sufficiente di lavoratori o devono pagarli di più.
La maggior parte degli agricoltori britannici, inoltre, guadagna molto di più con i fondi che arrivano dall’Unione Europea che con la vendita dei loro prodotti. Questi sussidi che potrebber ovenire meno dopo la Brexit.

Tutto questo cambierà qualcosa? Nel loro lavoro, gli studiosi invitano il Governo a considerare le implicazioni per la salute della Brexit durante le negoziazioni. Il tempo stringe.

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