“La nostra azienda è pronta e ben attrezzata”. È quanto ha dichiarato agli analisti martedì scorso Michel Vounatsos, CEO di Biogen, a proposito delle preoccupazioni per l’aumento della concorrenza in uno dei settori di punta dell’azienda biotech americana, la sclerosi multipla. La BU di Biogen che si occupa della patologia neurologica nel Q1 ha fatto registrare un incremento delle vendite di 2,183 miliardi di dollari, un +3% rispetto allo stesso periodo del 2016, in cui le entrate arrivarono a 2,144 miliardi di dollari. E con la nuova concorrenza, soprattutto da parte di Ocrevus, di Roche, l’azienda starebbe lavorando sui payers, per non perdere il vantaggio. A fare la differenza sarebbero i prodotti nelle mani dell’azienda biotech americana, che secondo Vounatsos “beneficia di un portfolio completo sulla sclerosi multipla”. In realtà Tecfidera, il medicinale lanciato da Biogen nel 2013, è stato subito dopo sorpassato dai concorrenti di Novartis, Gilenya, e di Sanofi, Aubagio, che hanno entrambi battuto il blockbuster dell’azienda biotech americana sul mercato. Una tendenza negativa che si dovrebbe accentuare con l’ingresso nel mercato di Ocrevus, di Roche, approvato il mese scorso per la terapia non solo della forma recidivante-remittente, ma per quella più difficile da trattare, la primariamente progressiva. Secondo alcuni analisti Biogen potrebbe perdere quasi un miliardo di dollari l’anno nelle vendite annuali nel settore della sclerosi multipla, entro il 2020. Mentre buone notizie arrivano dal farmaco per l’atrofia muscolare spinale, Spinraza, utilizzato per trattare il 38% dei pazienti di tutto il mondo, secondo i dati del primo trimestre del 2017 rilasciati dall’azienda biotech.