Nelle pazienti con recidiva di carcinoma ovarico trattate con Lynparza (olaparib) si è verificato un miglioramento statisticamente significativo del rischio di morte o progressione della malattia a due anni, rispetto al placebo. È il risultato di un trial clinico presentato all’incontro della Società di Oncologia Ginecologica americana, nel Maryland, che ha confermato la superiorità del farmaco dell’azienda inglese rispetto ai concorrenti. La sperimentazione clinica Solo-2 ha messo a confronto Lynparza, il primo inibitore di PARP in commercio, con il placebo nel trattamento di 295 pazienti positive al gene BRCA. Il farmaco ha portato da 5,5 mesi a 30,2 il tempo medio di ripresa della crescita tumorale, con un vantaggio in termini di sopravvivenza libera dalla malattia di 24,5 mesi. Un risultato importante per l’azienda inglese che potrebbe convincere le autorità regolatorie a estendere l’indicazione terapeutica, affrontando così al meglio la concorrenza che sta arrivando sul mercato, come il farmaco di Clovis, con il suo Rubraca, da poco approvato, e niraparib, per il quale è attesa una decisione della FDA a giugno. Lynparza, in realtà, ha già l’approvazione per la terapia di mantenimento in Europa, ma negli USA è utilizzato solo dopo tentativi con tre o più prodotti. AstraZeneca sta inoltre testando il farmaco Lynparza in altri tipi di tumori compreso il cancro del seno, dove risultati di un trial clinico di fase III hanno mostrato che il farmaco potrebbe raggiungere la chemioterapia come standard di cura nei pazienti negativi a HER2 e con mutazioni BRCA1 e BRCA2.
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