Accordo dazi USA-UE, EFPIA: “A rischio supply chain e R&S”

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All’indomani dell’intesa commerciale tra Stati Uniti e Unione Europea, che introduce un dazio fino al 15% sui farmaci branded importati dall’UE, EFPIA ha rilasciato una nota ufficiale, segnalando che le conseguenze per il settore farmaceutico restano “incerte e critiche”.

Secondo l’associazione delle industrie pharma attive in Europa, questo strumento tariffario è inadatto a un comparto strategico e già fortemente regolamentato: “I dazi sui farmaci rappresentano uno strumento troppo impreciso che rischia di perturbare le catene di approvvigionamento, frenare gli investimenti in ricerca e sviluppo e danneggiare l’accesso dei pazienti ai medicinali su entrambi i lati dell’Atlantico”, si legge nella nota.

L’accordo USA-UE, ancora in fase di definizione operativa, rischia di rientrare nella fattispecie della Sezione 232 del Trade Expansion Act statunitense, che consente all’amministrazione americana di applicare restrizioni commerciali unilaterali in nome della “sicurezza nazionale”. L’UE ha ottenuto condizioni tariffarie definite (15%), ma non è escluso che nei prossimi mesi si possa arrivare ad aumenti fino al 200%, qualora l’amministrazione Trump ravvisasse la necessità di introdurre clausole di emergenza.

Secondo alcune stime diffuse poche ore fa, l’impatto economico dei dazi per il settore farmaceutico europeo potrebbe oscillare tra i 13 e i 19 miliardi di dollari. Un onere che, a cascata, potrebbe riflettersi sui prezzi dei farmaci, sulla redditività delle pipeline innovative e sulla tenuta dell’export verso il mercato statunitense.

EFPIA sollecita quindi l’avvio di un tavolo tecnico tra Commissione Europea e Governo USA per evitare che le tensioni diventino permanenti, con effetti sistemici: interruzioni nelle supply chain transatlantiche, riduzione dell’attrattività degli investimenti in R&S e indebolimento dell’industria europea.

Il settore farmaceutico, tradizionalmente escluso dalle dispute commerciali globali, si trova ora coinvolto in una dinamica geopolitica complessa. EFPIA ribadisce che i farmaci e l’innovazione terapeutica devono restare fuori dalle logiche protezionistiche, a tutela della stabilità dei sistemi sanitari transnazionali.

 

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