Con un’operazione da 2 miliardi di dollari GSK ha acquisito efimosfermin alfa, molecola sperimentale per la steatosi epatica sviluppata da Boston Pharmaceuticals. L’accordo, annunciato a maggio e ora completato, prevede un pagamento upfront di 1,2 miliardi e milestone fino a 800 milioni.
Efimosfermin, attualmente in fase III, è un analogo del fattore di crescita dei fibroblasti FGF21, sviluppato per il trattamento della MASH (steatoepatite associata a disfunzione metabolica) e potenzialmente anche per quello dell’epatopatia alcol-correlata: due patologie che figurano tra le principali cause di trapianto di fegato, entrambe caratterizzate da un’elevata domanda terapeutica.
Con questa acquisizione – che include anche la controllata BP Asset IX di Boston Pharma – GSK rafforza la propria pipeline negli ambiti epatologico, renale e respiratorio. Efimosfermin alfa, somministrabile una volta al mese per via sottocutanea, potrebbe arrivare sul mercato nel 2029.
“Efimosfermin alfa è una grande opportunità di crescita per GSK, con molteplici opzioni di sviluppo”, osserva Kaivan Khavandi, Head Global R&D per le aree respiratoria, immunologica e infiammatoria. “Rappresenta un’espansione strategica della nostra pipeline relativa alle patologie epatiche”.
La molecola candidata potrà inoltre essere sviluppato in combinazione con GSK’990, terapia sperimentale siRNA pensata per sottogruppi specifici di pazienti con gravi malattie epatiche.