Soglia di esenzione per i fatturati più bassi, rateizzazione dei pagamenti, sostegno all’accesso al credito, compensazione fiscale degli importi già versati e chiarimenti sulla detrazione IVA. Sono queste le proposte avanzate giovedì 3 luglio da Aforp-Associazione Fornitori Ospedalieri, Confimi Industria Sanità, Confindustria Dispositivi Medici e Coordinamento Filiera nel corso dell’audizione alla Commissione Bilancio del Senato sul decreto Economia, pubblicato nella Gazzetta Ufficiale n.149 del 30 giugno.
L’intervento congiunto delle quattro sigle rappresentative della filiera dei dispositivi medici punta ad alleggerire l’impatto del payback 2015-2018, che oggi grava per oltre il 91% proprio su questo comparto.
“Sul payback 2015-2018 è necessario introdurre ulteriori misure a tutela delle piccole e medie imprese, che rimangono le più esposte per via della loro minore capitalizzazione e disponibilità di liquidità,” hanno spiegato i rappresentanti delle associazioni. “In particolare, sollecitiamo interventi specifici già condivisi al tavolo con il MEF, come l’introduzione di una soglia di esenzione per i fatturati più bassi, chiarimenti sulle modalità di detrazione IVA, la possibilità per le PMI di rateizzare i pagamenti su un arco di 24-36 mesi, un maggiore sostegno all’accesso al credito attraverso garanzie pubbliche e la possibilità di compensare fiscalmente i pagamenti già effettuati in eccesso.”
L’obiettivo è chiaro: evitare che l’applicazione del payback penalizzi in modo irreversibile l’equilibrio finanziario delle aziende, mettendo a rischio la continuità delle forniture, la sostenibilità occupazionale e la qualità dell’assistenza sanitaria, soprattutto nei territori.
Le quattro associazioni hanno ribadito la disponibilità a collaborare con Governo e Parlamento nella fase di conversione del decreto, proponendo correttivi concreti e sostenibili.
“Servono interventi mirati per garantire la tenuta industriale di un comparto strategico, che rappresenta un asset chiave per il Servizio sanitario nazionale, per la salute dei cittadini e per la competitività del Paese,” concludono le rappresentanze. “Non c’è sostenibilità della sanità senza sostenibilità delle imprese che la rendono possibile.”