Secondo alcuni media israeliani Teva sarebbe intenzionata a tagliare fino a seimila posti di lavoro per far fronte al momento di crisi. La portavoce della società, Denise Bradley. ha confermato l’intenzione dell’azienda di tagliare i costi, ma non ha confermato il taglio dei posti di lavoro. “Stiamo cercando di ridurre i costi – ha riferito Denise Bradley – soprattutto in quelle attività che non sono redditizie”. L’azienda, secondo il quotidiano israeliano Calcalist, avrebbe già licenziato 100 lavoratori e starebbe lavorando a ulteriori tagli in tutto il mondo, a cominciare da metà aprile. Teva, che negli ultimi 12 mesi avrebbe perso il 70% del suo capitale azionario, ha comunque sottolineato che questi tagli sono stati concordati con i dipendenti. Queste mosse fanno seguito alla nomina ad interim di Yitzhak Peterburg a CEO, che ha preso il timone dopo l’improvviso addio di Erez Vigodman, a febbraio. Peterburg è impegnato anche a rivedere le attività di Teva, spingendo verso alcune cessioni per ‘alleggerire’ l’azienda. La società sta vivendo un periodo di forte crisi, tanto che ha abbassato di un miliardo le stime di vendita per il 2017. A pesare di più sarebbe stato il rallentamento delle entrate, anche a causa della pressione sui prezzi.
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