Novartis, obiettivo diversificazione

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Con 25 nuovi lanci in arrivo, il CEO di Novartis, Vas Narasimhan, è orgoglioso dei successi della società che dirige. Allo stesso tempo, però, gli analisti hanno il dubbio che l’azienda sia impegnata, contemporaneamente, in troppe aree terapeutiche diverse.

A chiedere lumi su questa situazione è stato l’analista di Citi, Andrew Baum, durante un incontro che Vas Narasimhan ha avuto a Boston con gli investitori. Il CEO ha risposto che proprio nella diversificazione risiede una maggiore possibilità di successo.

Sotto la guida di Narasimhan, Novartis ha operato diversi cambiamenti, come lo spin out di Alcon e la vendita della sua quota della joint venture dei farmaci di automedicazione a GlaxoSmithKline.
In precedenza, l’azienda svizzera aveva ceduto l’attività di farmaci veterinari a Eli Lilly e scambiato la sua attività dei vaccini con il portfolio di oncologia di GSK.

Novartis raggruppa i farmaci commercializzati in 46 malattie di sei aree terapeutiche. Oltre a oncologia e oftalmologia, gli interessi sono rivolti alle neuroscienze, alll’immunologia, all’epatologia, alla dermatologia e ai settori respiratorio e cardio-metabolico.

La crescita dell’azienda non dipende da un solo farmaco. Per esempio Cosentyx, che ha spodestato Gilenya nel primo trimestre diventando il prodotto più venduto, rappresenta solo l’8% delle vendite totali di Novartis.  Oltre al prodotto di punta, insomma, l’azienda svizzera può contare su una pipeline robusta in ciascuna area terapeutica.

Basta guardare ai potenziali blockbuster che saranno lanciati da qui al 2021, disseminati nelle sei aree terapeutiche.

Si parte dalle neuroscienze con Mayzent, per il trattamento della sclerosi multipla progressiva secondaria, per arrivare all’oftalmologia, con brolucizumab, per la degenerazione maculare senile umida.

Poi ci sono l’inibitore PI3K alpelisab per il carcinoma mammario HR+/HER2-, primo nella sua classe, mentre la divisione respiratoria sta avanzando nella sperimentazione di QVM149 che avrebbe battuto per efficacia Advair, di GSK, in uno studio di fase II.

Infine, in ematologia, Novartis ha in preparazione crizanlizumab, per l’anemia falciforme.
Vas Narasimhan ha anche sottolineato che sta “costruendo una società diversificata”, nel senso che accanto alle small molecule e alla biologia tradizionale, sta puntando forte sulla terapia cellulare, con la CAR-T Kymriah, su quella genica con Zolgensma – appena approvata dalla FDA per l’atrofia muscolare spinale – e alla alla radioterapia Lu-PSMA-617 per il cancro della prostata metastatico resistente alla castrazione.

E il vantaggio di muoversi per primi in questi ambiti è che “ti permette di acquisire conoscenze, oltre che di capire come si svolgono produzione e catena di approvvigionamento, di modo che sarà molto difficile, poi, per i competitor, raggiungerti”, ha concluso il CEO.

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