Novartis: dalla lezione di Entresto la strategia per canakinumab nel cardiovascolare

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Entresto, farmaco contro l’insufficienza cardiaca prodotto da Novartis, negli Usa ha avuto un avvio commerciale lento nonostante le aspettative che prevedevano incassi di miliardi di dollari e i dati clinici fossero più che buoni. Per alcuni osservatori Usa, è tutta una questione di settore: se Entresto fosse stato un farmaco oncologico il lancio sarebbe stato eclatante. Il settore cardio-vascolare è più restio ad accettare i cambiamenti e il farmaco di Novartis si è scontraoa con la resistenza dei cardiologi non abituati a nuovi farmaci e con i payer che, temendo un duro colpo per il grande successo finanziario di Entresto, hanno messo in atto tutti i blocchi che potevano utilizzare. In questi giorni, il farmaco sta vendendo meglio; le decisioni prese all’inizio di quest’anno dall’American College of Cardiology sull’orientamento clinico sono andate a favore di Novartis, aiutando l’azienda a districarsi dalle difficoltà incontrate. Inoltre le prescrizioni totali del farmaco negli Stati Uniti sono aumentate, come ha riferito l’analista Tim Anderson di Bernstein. Il caso-Entresto è destinato a far scuola. “È meglio indirizzare i prodotti verso sottogruppi di popolazione sui quali abbiano un’elevata efficacia”, dicono alcuni analisti. Questa strategia Novartis la sta mettendo in atto con canakinumab, una molecola che, secondo i dati pubblicati nel mese di agosto, potrebbe ridurre il rischio di eventi cardiovascolari maggiori del 15% e di morte per cause cardiovascolari del 10%. Vas Narasimhan, nuovo CEO di Novartis subentrante a Joe Jimenez, ha osservato che quelle cifre probabilmente non saranno “pienamente convincenti per i payer”. Così qualche mese fa l’azienda ha eseguito una nuova analisi di sottogruppo più promettente: nei pazienti con livelli di proteina C-reattiva ad alta sensibilità (hsCRP) inferiori a 2 milligrammi/litro tre mesi dopo aver ricevuto il farmaco, canakinumab ha fatto registrare una diminuzione del 25% del rischio di eventi cardiovascolari avversi maggiori e una riduzione del 31% delle morti cardiovascolari e della mortalità per tutte le cause. Ora, con questi dati in mano, Novartis sta puntando all’approvazione per il cardio-vascolare.

 

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