Innovazioni in sanità, cosa ci ha insegnato il 2020

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Ambienti sanitari virtuali per fornire un migliore supporto al paziente, monitoraggio dei malati da remoto e assistenza sanitaria partendo dai dati acquisiti: sono questi i tre principali aspetti che guideranno l’innovazione nel settore sanitario nel 2021. A evidenziarlo è Alan Payne, Chief Information Officer della società inglese di tecnologie in ambito sanitario Sensyne Health, secondo il quale si tratta di innovazioni che ereditiamo dall’esperienza che stiamo maturando con la pandemia di COVID-19.

L’esperto sottolinea che sebbene il nuovo coronavirus non sia stato ancora sconfitto, è importante cominciare a fare tesoro di quanto acquisito finora, anche perché quella di COVID-19 non sarà l’ultima pandemia. Le opportunità maggiori arriveranno, dunque, dalla ‘virtualizzazione’ dell’ambiente sanitario che potrà rendere disponibili le cure a casa, invece che in ospedale, grazie soprattutto alle tecnologie digitali. E con l’integrazione dei dati raccolti, gli operatori avranno una visione ampia del paziente e le informazioni sull’assistenza clinica saranno archiviate in un unico luogo. Per far questo, però, sottolinea Payne, spetta ai partner tecnologici e alle aziende di tecnologie sanitarie collaborare con i servizi pubblici per condividere capacità, sfide e opportunità.

Un altro aspetto su cui continuare a puntare anche dopo la pandemia sono le tecnologie di monitoraggio da remoto dei pazienti (RPM), che hanno portato a una riduzione dell’afflusso alle strutture sanitarie, consentendo alle risorse di concentrarsi dove più necessario e alleggerendo la pressione sui nostri sistemi sanitari. E con la domanda di assistenza sanitaria in crescita, anche per gestire gli interventi rimandati a causa della pandemia, l’esperto si aspetta di vedere un maggiore ricorso alla RPM con app e consulenze in video chiamata, soprattutto per coloro che soffrono di malattie croniche e altri gruppi di pazienti vulnerabili, come donne in gravidanza e diabetici, che potrebbero correre dei rischi recandosi in ospedale.

In ultimo, l’esperto rimarca l’importanza dei ‘big data’. Con l’aumento del monitoraggio da remoto dei pazienti e l’uso dei dispositivi indossabili, le organizzazioni sanitarie possono accedere e analizzare pool sempre più ampi di dati di pazienti, anche dal real world. La tecnologia weareable, in particolare, non solo consente a chi indossa questi dispositivi di avere dati sul suo stato di salute, ma dà informazioni su fenomeni a livelli più ampi. È chiaro, spiega Payne, che quest’ultimo fenomeno non è una novità in ambito sanitario, ma nel 2021 inizieremo a vedere una maggiore condivisione dei dati, con migliori risultati per i pazienti, trattamenti più efficienti e scoperte di farmaci più rapide e personalizzate.

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