Immunologia: mercato saturo? C’è chi dice no

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Nonostante l’area delle malattie autoimmuni/infiammatorie sia affollata di farmaci tra i più costosi, gli analisti di Credit Suisse sono convinti che ci sia ancora molto spazio per crescere.

Gli esperti hanno evidenziato la situazione in una nota ai clienti la settimana scorsa. “I nuovi meccanismi biologici, i nuovi agenti orali e persino i biosimilari sono tutti fattori a favore della crescita in questo campo”, affermano gli analisti.

In particolare, i mercati dell’artrite reumatoide e della psoriasi, in gran parte considerati maturi, potrebbero vedere ancora un’espansione di 5-10 miliardi di dollari.

Le malattie infiammatorie intestinali, incluse la colite ulcerosa e la malattia di Crohn, hanno generato circa 16 miliardi di dollari di vendite nel 2018, ma il mercato ha un potenziale di 27 miliardi di dollari. Mentre i mercati della dermatite atopica e dell’asma, che sono i meno completi, potrebbero vedere una crescita compresa tra sette e dieci miliardi di dollari.

Del resto, anti-TNF come Humira, Enbrel e Remicade si sono affermati nel trattamento di prima linea di malattie autoimmuni/infiammatorie.

Tuttavia, la loro efficacia nel real world potrebbe ridursi per alcune indicazioni, come evidenziato in una recente meta-analisi pubblicata su Nature, secondo la quale ci sarebbe un elevato numero di interruzioni di queste terapie nella psoriasi.

Anche il mercato dei farmaci biologici contro l’asma sta crescendo. Secondo Credit Suisse, le vendite sono aumentate da 1,1 miliardi di dollari nel 2011 a 3,5 miliardi di dollari nel 2018. Ma le proiezioni parlano di picchi di vendite di 10-15 miliardi di dollari. In questo ambito, a trainare il mercato sono Fasenra, l’IL-5 di AstraZeneca, e Nucala di GlaxoSmithKline.

 

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