Brexit, Governo inglese: collaboriamo con EMA

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Rassicurare l’industria farmaceutica che i problemi con la Brexit saranno ridotti al minimo: è questo lo scopo della lettera inviata da due politici inglesi, Jeremy Hunt, Ministro della Salute, e Greg Clark, Ministro del Commercio, al Financial Times. Le due alte cariche del governo britannico hanno chiesto così espressamente al Paese di collaborare strettamente con l’EMA. Le dichiarazioni sono in linea con altri commenti fatti da membri del governo inglese dopo la decisione di abbandonare l’Unione Europea, votata la scorsa estate. Lo stesso Hunt aveva in precedenza dichiarato che la Gran Bretagna dovrebbe cercare una “regolamentazione il più vicino possibile” a quella europea; mentre il Primo Ministro, Theresa May, ha parlato più in generale della necessità di mantenere una “cooperazione profonda, ampia e dinamica” con l’Europa. Il fatto, però, che sia stata inviata una lettera rappresenta una novità. Nel contesto della posizione indebolita dopo le elezioni del maggio scorso, la mossa dei due politici suggerisce che le persone con opinione contrastanti all’interno del governo possono ora esprimere la loro opinione. La lettera va anche più in dettaglio rispetto ai commenti fatti in precedenza, in quanto delinea tre principi su cui basare il rimodellamento della collaborazione con l’UE. Secondo Hunt e Clark, “i pazienti non devono essere svantaggiati, le aziende che innovano dovrebbero essere in grado di inserire i loro prodotti il più rapidamente e semplicemente possibile sul mercato e la Gran Bretagna dovrebbe continuare a svolgere un ruolo chiave nella salute pubblica”.

Rimanere nell’EMA?
I primi due aspetti citati riguardano le preoccupazioni sollevate dall’industria di settore. I leader, tra cui il CEO di AstraZeneca, Pascal Soriot, avevano infatti avvertito che c’era un rischio di attese più lunghe e costi maggiori se il sistema di approvazione di farmaci fosse stato distinto da quello dell’EMA. Ma in realtà l’elaborazione delle norme simili a quelle dell’EMA risolverebbe solo in parte il problema. Il punto fondamentale è che se le approvazioni richiederanno una via separata, le aziende sposteranno comunque la loro attenzione verso i mercati più ampi di USA ed Europa, prima di guardare ad Australia, Canada e possibilmente Gran Bretagna. Dunque, un modo per raggiungere gli obiettivi sarebbe restare nell’EMA, ma secondo Hunt, il rifiuto di restare sotto la giurisdizione della Corte di Giustizia europea renderebbe questa ipotesi impossibile.

 

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