Terapie CAR-T, allo studio il target BAFF-R

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Un team di scienziati del City of Hope, in California, sta sviluppando un nuovo trattamento CAR-T che potrebbe essere usato per curare i pazienti che hanno avuto una recidiva dopo una prima terapia cellulare mirata al CD19.
La nuova terapia CAR-T ha come obiettivo il B cell-activating factor receptor (BAFF-R) e il trattamento sarebbe riuscito a eradicare la leucemia CD19 resistente e le cellule del linfoma in modelli animali.

Lo studio è stato pubblicato da Science Translational Medicine.

BAFF-R è stato scelto come obiettivo perché “è quasi onnipresente in tutti i sottotipi di linfomi e leucemia e sarebbe fondamentale per la sopravvivenza della cellula tumorale”, come dichiarato da Larry Kwak, autore principale dello studio. Al contrario, CD19 non sarebbe davvero importante per la sopravvivenza del tumore “perché le cellule possono ridurre la sua espressione o eliminarla del tutto per sfuggire alla terapia”.

La prima generazione di CAR-T, Kymriah di Novartis e Yescarta di Gilead, sono terapie cellulari personalizzate che hanno come obiettivo, appunto, CD19, un biomarker sulle cellule B implicate in alcuni tumori del sangue.

Sebbene i prodotti abbiano notevolmente migliorato la prognosi per i pazienti con leucemia e linfomi, fino a un terzo dei malati va incontro a recidiva.

City of Hope sta pianificando di avviare una sperimentazione clinica, per l’anno prossimo, su 30 pazienti con leucemia e linfoma che hanno avuto una recidiva dopo essere stati trattati con CAR-T CD19. La tecnologia del centro americano è stata concessa in licenza a Pepromene Bio, che ha sede a Irvine, in California.

Dai risultati sui modelli animali è stata osservata una riduzione del tumore e un prolungamento della sopravvivenza, in particolare nei modelli di linfoma di Burkitt, dove gli animali avrebbero raggiunto una sopravvivenza a lungo termine nel 100% dei casi.

Testando poi la CAR-T BAFF-R su tumori CD19 positivi e negativi, i ricercatori americani hanno visto che la loro terapia funzionava su entrambi, mentre la terapia a bersaglio CD19 funzionava solo sui tumori positivi a CD19.

Per questo, secondo Kwak, la CAR-T diretta contro BAFF-R potrebbe rivelarsi promettente anche somministrata subito e non solo nei casi di recidiva.

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