(Reuters Health) – Il “niente di fatto” sul voto della riforma sanitaria in USA non è piaciuto ai mercati. La scelta di rinviare la decisione, infatti, potrebbe far slittare altre annunciate riforme, come quella finanziaria. Inoltre, secondo un’indagine di Reuters/Ipsos, almeno la metà dei cittadini americani pensa che l’annunciata riforma non sia un miglioramento rispetto all’Obamacare. Il voto, che doveva essere la prima vittoria legislativa per Trump e che era considerato un test cruciale per valutare come il nuovo Presidente lavora con il Congresso, si è di fatto rivelato una battuta d’arresto. Così il Dow Jones Industrial Average ha chiuso leggermente in ribasso giovedì, in controtendenza rispetto a questi primi mesi di amministrazione Trump. Il Presidente e i Repubblicani hanno puntato molto, in campagna elettorale, sull’abrogazione e sulla sostituzione dell’Obamacare. E il fatto di avere Camera e Senato a favore ha sempre fatto pensare che il nuovo Presidente sarebbe riuscito facilmente a portare avanti le sue idee. Il piano di sostituzione della riforma di Obama, chiamato American Health Care Act, vorrebbe tagliare le tasse introdotte per finanziare l’Obamacare, abrogare la sanzione per chi non compra la copertura, tagliare i finanziamenti al programma Medicaid a favore di poveri e disabili e modificare i sussidi fiscali che aiutano le persone a acquistare i piani di copertura. Ma il Congressional Budget Office ha stimato che con questa riforma 14 milioni di persone perderebbero la copertura assicurativa nel prossimo anno. Secondo i Repubblicani più conservatori, il disegno di legge sarebbe troppo simile all’Obamacare mentre quelli più moderati pensano che sia troppo duro con gli elettori. Ma ad avere dubbi sulla riforma sono proprio i cittadini. Secondo un’indagine condotta in tutti gli Stati americani, su circa 1.741 persone, quasi la metà degli interpellati, il 49%, pensa che la riforma non sia un miglioramento rispetto all’Obamacare. Mentre il 33% ha definito la legge repubblicana ‘un miglioramento’ rispetto alla precedente e il restante 18% ha risposto con un ‘non so’.
Fonte: Reuters Health News
(Versione italiana per Daily Health News)