Q3 oltre le attese: J&J guarda a un’intesa con Trump su costi e produzione

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Il quadro politico statunitense sui prezzi dei farmaci potrebbe presto stabilizzarsi con le adesioni di altre big pharma. Johnson & Johnson si trova in una posizione di attesa: il colosso del New Jersey non ha infatti ancora raggiunto un’intesa formale con Washington.

Le parole del CEO Joaquin Duato lasciano però intendere che J&J è sostanzialmente allineata a molti degli obiettivi dell’amministrazione Trump in materia di costi dei farmaci e produzione domestica, e che un accordo favorevole – simile a quelli siglati da Pfizer e AstraZeneca, che hanno ottenuto esenzioni temporanee dai dazi in cambio dell’adesione alle disposizioni del Presidente USA  – potrebbe essere imminente.

“Abbiamo mantenuto un dialogo aperto con questa amministrazione fin dal primo giorno – anzi, da prima ancora”, ha dichiarato Duato nel corso della conference call di martedì 14 ottobre sulla trimestrale del Gruppo, “Cerchiamo sempre un terreno comune su cui costruire le priorità condivise: garantire ai pazienti americani accesso a innovazioni sostenibili; impedire che soggetti esteri traggano vantaggio dall’innovazione statunitense; mantenere la leadership americana nelle lifescience e continuare a investire nella produzione nazionale, creando posti di lavoro qualificati per la classe media”.

Il CEO ha sottolineato che J&J intende contribuire concretamente a ciascuno di questi obiettivi, in linea con il piano “Most Favored Nation (MFN)” di Trump.

Risultati in crescita e focus sull’innovazione
Sul fronte finanziario, il Q3 di J&J ha delineato un quadro molto positivo: le vendite sono salite del 6,8%, raggiungendo i 24 miliardi di dollari. Il comparto dei farmaci innovativi ha superato le aspettative degli analisti, con ricavi per circa 16 miliardi.

Ben 11 farmaci innovativi di J&J hanno registrato una crescita a doppia cifra nel terzo trimestre, come ha riferito Jennifer Taubert, Executive Vice President e Worldwide Chairman, Innovative Medicine. In particolare, Tremfya – il “successore” di Stelara – ha visto i ricavi aumentare di oltre il 40%, raggiungendo 1,4 miliardi di dollari tra luglio e settembre.

Tra i principali growth driver figurano anche Darzalex, Erleada, Spravato e Carvykti, destinati, secondo Taubert, a trainare la crescita della pharma per il resto del decennio.

La manager ha inoltre richiamato l’attenzione sull’approvazione da parte della FDA di Inlezxo, il nuovo sistema a rilascio di farmaco per il trattamento del carcinoma della vescica, approvato a inizio settembre. “Il team di Inlezxo è ora pienamente operativo per il lancio sul mercato”, ha spiegato Taubert, sottolineando che si tratta di un asset da oltre 5 miliardi di dollari.

Niente maxi-acquisizioni
Sul fronte delle operazioni straordinarie, i vertici del Gruppo hanno escluso piani per acquisizioni di larga scala. “Abbiamo una strategia di crescita di lungo periodo e non intendiamo utilizzare capitale in modo avventato su operazioni speculative”, ha dichiarato Joe Wolk, Executive Vice President e Chief Financial Officer di J&J, “Il nostro portafoglio e la nostra pipeline hanno slancio; con la perdita di esclusività di Stelara è ormai alle spalle, non abbiamo bisogno di grandi acquisizioni per sostenere la crescita”.

Alla luce dei risultati del terzo trimestre 2025, J&J ha rivisto al rialzo le previsioni di ricavi per l’intero anno, ora attese tra i 93,5 e i 93,9 miliardi di dollari, a fronte della precedente stima di 93,2-93,6 miliardi.

 

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