Piano Vaccini: per Antitrust è allarme sostenibilità

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Con il nuovo Piano di prevenzione vaccinale 2016-2018 i costi a carico del Servizio sanitario nazionale (Ssn) saliranno a 600 milioni di euro. Lo rileva l’Autorità garante per la concorrenza e il mercato che, nell’indagine su ‘I mercati dei vaccini a uso umano’, presentata ieri, richiama ad una ”prospettiva economica e concorrenziale”per il settore.

Nodo sostenibilità economica
Il nuovo Piano vaccinale valido per il periodo 2016-2018, ”non è ancora stato formalmente approvato – sottolinea l’Antitrust – proprio per la necessità, sollevata dal Ministero dell’Economia e delle Finanze, di procedere ad approfondimenti sulla sostenibilità economica dell’estensione dell’offerta vaccinale rispetto a quella attuale, con il passaggio da circa 300 a oltre 600 milioni di spesa complessiva a carico del Ssn”. In riferimento ai costi delle vaccinazioni, l’indagine dell’Autorità ha preso in considerazione gli acquisti di vaccini destinati al Ssn registrati nel quinquennio 2010-2015, cui è corrisposta una spesa complessiva su base annua mediamente pari a circa 300 milioni di euro. Di tale spesa, le quote preponderanti sono riconducibili a un numero limitato di prodotti (secondo i dati relativi al 2014): vaccini antipneumococcici anti-PCV (84 milioni di euro); vaccini esavalenti (75 milioni di euro); vaccini anti-papillomavirus anti-HPV (23 milioni di euro).

I vaccini attualmente somministrabili
In base all’ultimo Piano nazionale di prevenzione vaccinale formalmente approvato e ai LEA vigenti, ricorda l’Antitrust, i vaccini essenziali somministrabili alla popolazione presente sul territorio italiano sono i seguenti: anti-difterite; anti-tetano; anti-poliomielite; anti-epatite B; anti-pertosse; anti-morbillo; anti-rosolia; anti-parotite; hi-B; anti-HPV; anti-PCV; anti-meningococco tipo C; anti-varicella. Sulla base del nuovo Piano, oltre alla somministrazione dei vaccini anti-HPV e anti-PCV a fasce della popolazione attualmente escluse, diverranno essenziali i vaccini anti-herpes zoster; anti-rotavirus; anti-meningococco. A dimostrazione degli effetti benefici della dinamica concorrenziale nel settore, inoltre, l’Antitrust cita ad esempio i casi dei vaccini anti-papillomavirus e di quelli esavalenti, dove si è assistito alla competizione diretta tra i prodotti delle aziende GSK e Sanofi-MerckSharpDohme, con un conseguente calo dei prezzi.

No a differenza tra “obbligatori” e “raccomandati”
L’Antitrust ‘boccia’, inoltre, la distinzione in Italia tra vaccini obbligatori e raccomandati, “esistente ai sensi di una normativa complessa e datata”, poiché ”quanto rileva è propriamente la qualifica di essenzialità delle vaccinazioni così come riconosciuta dalla loro inclusione nei LEA/Piano nazionale di prevenzione vaccinale”. Per questo, l’Autorità raccomanda che “il Parlamento e il Governo si attivino per modificare e semplificare la normativa in tema di vaccini, in particolare per sostituire la tradizionale attribuzione della qualifica di obbligatorietà e raccomandabilità con quella di essenzialità, attribuita ai vaccini inseriti nel Piano nazionale vaccini”.

 

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