Il CEO di Pfizer, Albert Bourla, ha lanciato un appello all’industria farmaceutica statunitense affinché rafforzi la collaborazione con la Cina nel campo della ricerca e sviluppo (R&S). “Non possiamo lasciare che la geopolitica rallenti il progresso scientifico. La cooperazione resta fondamentale per l’innovazione e la salute pubblica globale”, ha dichiarato Bourla in un’intervista ripresa da Reuters.
La Cina potenza biotech globale
Negli ultimi dieci anni, la Cina è passata da poco più di 60 candidati innovativi a circa 1.200 molecole in sviluppo clinico, confermandosi come uno dei mercati più dinamici al mondo. Le politiche governative di incentivo alla ricerca, i fondi pubblici e l’attrazione di talenti internazionali hanno trasformato il Paese in un hub competitivo per biotecnologie, oncologia e medicina personalizzata.
Questo slancio sta ridefinendo gli equilibri globali dell’innovazione, spingendo molte multinazionali — da AstraZeneca a Roche, passando per Sanofi — a creare joint venture e partnership di co-sviluppo con aziende cinesi.
“Collaborare oltre le barriere politiche”
Bourla ha avvertito che le restrizioni statunitensi sull’export tecnologico e i limiti alla condivisione dei dati clinici potrebbero frenare l’innovazione e allungare i tempi di sviluppo dei farmaci.
“Il progresso scientifico richiede scambio di conoscenze, accesso ai talenti e cooperazione tra ecosistemi diversi”, ha sottolineato il CEO.
Pfizer, che ha investito oltre 1 miliardo di dollari in partnership con aziende asiatiche negli ultimi cinque anni, mira a mantenere una leadership globale nel settore, anche attraverso nuove collaborazioni con centri di ricerca e startup in Cina.
Implicazioni per l’Europa e per l’Italia
Per l’Europa, la spinta alla cooperazione tra Stati Uniti e Cina rappresenta al tempo stesso una sfida e un’opportunità:
• La sfida è quella di tutelare l’autonomia strategica e la sicurezza dei dati sanitari.
• L’opportunità consiste nel porsi come punto di intermediazione scientifica e industriale, capace di ospitare progetti congiunti e piattaforme di ricerca condivise.
Per l’Italia, dove operano PMI e centri accademici con forte vocazione biotecnologica, questa dinamica apre spazi per partnership pubblico-privato, servizi di clinical trial management e progetti di trasferimento tecnologico in ambito oncologico, metabolico e neurologico.
Competizione e cooperazione: il nuovo paradigma
Il messaggio di Bourla si inserisce in un dibattito più ampio sulla de-globalizzazione della scienza. In un contesto di tensioni commerciali e tariffe sui prodotti farmaceutici, il rischio è che la politica limiti la collaborazione tra i principali poli di innovazione.
Pfizer propone invece una visione opposta: competere sui mercati, ma cooperare sulla scienza. Se questo principio fosse accolto anche dalle istituzioni europee, potrebbe rafforzare la leadership scientifica e tecnologica del continente, garantendo benefici concreti per pazienti, aziende e ricerca internazionale.