Menarini Stemline: AIFA approva rimborsabilità di elacestrant nel tumore al seno metastatico

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L’AIFA ha approvato la rimborsabilità di elacestrant (Menarini Stemline) per il trattamento di donne in postmenopausa e di uomini con carcinoma mammario localmente avanzato o metastatico positivo per i recettori degli estrogeni (ER+) e negativo per la proteina HER2 (HER2-), con una mutazione attivante del gene ESR1, che mostrano progressione della malattia in seguito ad almeno una linea di terapia endocrina comprendente un inibitore delle cicline CDK 4/6.

Nelle pazienti con carcinoma mammario metastatico elacestrant ha ridotto il rischio di progressione o morte del 45%.
Le mutazioni di ESR1 si sviluppano sotto la pressione selettiva della terapia endocrina e rendono il tumore più aggressivo con conseguente prognosi sfavorevole e, quindi, peggiori tassi di sopravvivenza.

“Nel 2024, in Italia, sono state stimate quasi 53.700 nuove diagnosi di tumore del seno, il più frequente in tutta la popolazione – afferma Lucia Del Mastro, Professore Ordinario e Direttore della Clinica di Oncologia Medica dell’IRCCS Ospedale Policlinico San Martino, Università di Genova – Il carcinoma mammario positivo ai recettori ormonali e negativo per HER2 comprende circa due terzi di tutti i casi di questa neoplasia ed è più frequente nelle donne in postmenopausa. Lo standard di prima linea del trattamento della malattia metastatica ER+/HER2- è rappresentato dall’associazione della terapia endocrina con l’inibitore di CDK 4/6. Nonostante l’efficacia di questo trattamento, l’esposizione prolungata alle terapie endocrine spesso determina l’insorgenza di diversi meccanismi di resistenza”.

“Tra questi uno dei più frequenti – continua  Del Mastro – è l’acquisizione di mutazioni a carico del recettore estrogenico ESR1, che si sviluppa in circa il 50% delle pazienti con carcinoma mammario avanzato. Come conseguenza dello sviluppo di questa mutazione, il tumore non è più sensibile al trattamento con inibitori delle aromatasi, rendendo necessaria la modifica del trattamento. Alcune delle nuove terapie ormonali sono state specificamente progettate per superare questo meccanismo di resistenza”.

“Da qui l’importanza dell’approvazione della rimborsabilità di elacestrant da parte di AIFA – spiega Giuseppe Curigliano, Presidente eletto della Società Europea di Oncologia Medica (ESMO), Professore di Oncologia Medica all’Università di Milano e Direttore Divisione Sviluppo di Nuovi Farmaci per Terapie Innovative allo IEO di Milano – Elacestrant appartiene alla classe di farmaci chiamata SERD (Degradatori Selettivi del Recettore degli Estrogeni), che porta alla potente degradazione selettiva del recettore degli estrogeni, cioè alla sua distruzione. L’efficacia e la sicurezza della nuova terapia ormonale sono state valutate nello studio clinico di fase 3 EMERALD, che ha confrontato elacestrant con lo standard di cura costituito dai trattamenti ormonali ‘tradizionali’, cioè fulvestrant o inibitori dell’aromatasi. Nello studio sono state coinvolte 478 pazienti, elacestrant ha ridotto del 45% il rischio di progressione o morte nella popolazione con mutazione di ESR1, già fortemente pretrattata, con una HR di 0.55”.

Un’analisi di sottogruppo dello studio EMERALD ha dimostrato che la durata del precedente trattamento con inibitori delle cicline CDK4/6 era positivamente associata a una sopravvivenza libera da progressione più lunga con elacestrant.

“Questi risultati sono statisticamente e clinicamente significativi e dimostrano il valore terapeutico aggiunto di elacestrant – continua Curigliano – Grazie all’approvazione di AIFA cambia la strategia di cura di seconda linea nella malattia endocrino-responsiva con mutazione di ESR1. Inoltre elacestrant è un farmaco orale, pertanto maneggevole. Va ricordato che le Linee Guida ESMO raccomandano elacestrant in questa popolazione di pazienti e specificano che la decisione sul trattamento di seconda linea richiede una valutazione di biologia molecolare”.

L’importanza della biopsia liquida
“Al momento della progressione di malattia, deve essere effettuata la biopsia liquida per individuare le mutazioni di ESR1 – sottolinea la professoressa Del Mastro -. Il test viene eseguito su un campione di sangue, prelevato dalla paziente e poi analizzato in un laboratorio specializzato in biologia molecolare in quanto sono necessarie tecnologie d’analisi innovative come ad esempio la Next Generation Sequencing (NGS). I progressi nella ricerca clinica e traslazionale consentono di identificare nel sangue delle pazienti affette da carcinoma della mammella metastatico alterazioni genomiche, che sono, da un lato, fattori di resistenza ai trattamenti ormonali convenzionali e, dall’altro, fattori predittivi di risposta a farmaci innovativi”.

“Il carcinoma mammario è estremamente complesso e viene classificato in diversi sottotipi istologici, rendendo necessario un approccio personalizzato – osserva Adriana Bonifacino, Fondatrice di Fondazione IncontraDonna – La biopsia liquida rientra nell’oncologia di precisione e sta diventando sempre più importante per la selezione e la personalizzazione delle cure. Presenta grandi vantaggi rispetto alla biopsia tradizionale: consiste in un semplice prelievo di sangue, pertanto è una procedura poco invasiva. È indispensabile che nelle Regioni vi siano percorsi strutturati, per garantire con tempestività e appropriatezza l’accesso di tutte le pazienti alla biopsia liquida. Solo così l’innovazione rappresentata da elacestrant sarà realmente disponibile, perché il farmaco richiede la selezione sulla base di un target molecolare, quale lo stato mutazionale di ESR1”.

“L’approvazione della rimborsabilità di elacestrant nel carcinoma mammario metastatico è un risultato decisivo per le pazienti italiane e per la comunità scientifica che le ha in cura – conclude Monica Binaschi, Direttore del Dipartimento di Scienze Precliniche e Traslazionali di Menarini Ricerche – Lavoriamo ogni giorno per rendere disponibili trattamenti sempre più mirati, efficaci e con il miglior profilo di tollerabilità possibile. Elacestrant è il nostro terzo farmaco rimborsato in due anni in Italia in onco-ematologia. Rappresenta un esempio del nostro impegno: una terapia mirata, frutto di una ricerca d’avanguardia, che risponde a un bisogno clinico insoddisfatto per una popolazione di pazienti con prognosi sfavorevole, caratterizzata da resistenza ai trattamenti precedenti e ad alto rischio di progressione”.

 

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