In occasione dell’European Congress on Obesity (ECO), in corso a Malaga fino al 14 maggio, sono stati resi noti i risultati completi dello studio clinico SURMOUNT 5 – di fase IIIb, in aperto – che ha valutato sicurezza ed efficacia di tirzepatide rispetto a semaglutide in adulti con obesità o sovrappeso, in presenza di almeno una co-morbidità correlata al peso e senza diabete.
A 72 settimane, tirzepatide ha raggiunto l’endpoint primario e tutti e cinque gli endpoint secondari chiave. I risultati completi di SURMOUNT 5 sono stati pubblicati contemporaneamente dal The New England Journal of Medicine.
Lo studio nel dettaglio
Per l’endpoint primario, i partecipanti trattati con tirzepatide hanno ottenuto una riduzione di peso media del 20,2% rispetto al 13,7% con semaglutide a 72 settimane sulla base del trattamento effettivamente ricevuto dai partecipanti nello studio, pari a una perdita di peso relativa maggiore del 47%.
I partecipanti trattati con tirzepatide hanno perso in media 22,8 kg, mentre quelli trattati con semaglutide hanno perso in media 15 kg.
Negli endpoint secondari tirzepatide è risultato superiore in tutti gli obiettivi di riduzione del peso: il 64,6% dei partecipanti trattati con tirzepatide ha raggiunto almeno il 15% di perdita di peso rispetto al 40,1% di quelli del braccio semaglutide.
Inoltre, i partecipanti trattati con tirzepatide hanno raggiunto una riduzione media della circonferenza vita di 18,4 cm, mentre quelli trattati con semaglutide hanno registrato una riduzione media di 13 cm.
“I risultati completi dello studio SURMOUNT-5 confermano la nuova e straordinaria opportunità che rappresenta oggi l’innovazione terapeutica nella gestione del peso e nel trattamento della malattia obesità, che come sappiamo impatta in modo importante su qualità e aspettativa di vita delle persone che ci convivono – osserva Paolo Sbraccia, Professore Ordinario di Medicina Interna nel Dipartimento di Medicina dei Sistemi dell’Università degli Studi di Roma “Tor Vergata” e Direttore dell’Unità Operativa Complessa di Medicina Interna e Centro Medico dell’Obesità del Policlinico Tor Vergata – Accogliamo dunque con molto piacere questi dati positivi e significativi sull’efficacia di tirzepatide nello studio di confronto con semaglutide, che ci rendono fiduciosi sulle maggiori opportunità che possiamo offrire ai nostri pazienti di scongiurare rischi e complicanze dell’eccesso ponderale e dell’obesità: una vera e propria patologia cronica”
Il profilo di sicurezza di tirzepatide in SURMOUNT-5 è risultato consistente con gli studi SURMOUNT precedenti. Gli eventi avversi riportati sono stati principalmente di carattere gastrointestinale e di grado per lo più da lieve a moderato.
Durante lo studio, il 6,1% dei partecipanti trattati con tirzepatide ha interrotto il trattamento per eventi avversi, rispetto all’8% di quello trattati con semaglutide. Lo studio non era disegnato per confrontare sicurezza e tollerabilità tra i due farmaci.
“I risultati del Trial SURMOUNT-5 confermano Lilly come azienda di riferimento in Italia e nel mondo nel trattamento dell’obesità e del sovrappeso con soluzioni terapeutiche sempre più efficaci e innovative – afferma Elias Khalil, presidente e amministratore delegato di Lilly Italia – Nel nostro Paese la solidità della nostra ricerca e dei nostri dati si inseriscono in un impegno a 360 gradi nel sistema salute, lavorando a fianco di tutti gli attori per il riconoscimento della patologia obesità che oggi colpisce quasi 6 milioni di persone. Con questa responsabilità e cooperazione, possiamo alzare gli obiettivi e raggiungere traguardi sempre più ambiziosi per i clinici e per i pazienti che vivono ogni giorno l’impatto di questa condizione”
In Italia tirzepatide è approvato per il trattamento della gestione del peso negli adulti con IMC ≥30 kg/m2 o in sovrappeso (IMC da ≥27 kg/m2 a <30 kg/m2) con almeno una comorbidità correlata al peso, in aggiunta ad una dieta ipocalorica e ad una maggiore attività fisica. Recentemente AIFA ne ha approvato la rimborsabilità per pazienti con diabete di tipo 2.