Gilead,Q2: soffre il mercato HCV, bene le terapie per l’Aids

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Un cambio di strategia è quello che i risultati finanziari del Q2 impongono a Gilead Sciences. Nell’ambito del report, presentato recentemente agli investitori, emerge il crollo delle previsioni di guadagno nel settore dell’epatite C, considerato dall’azienda un mercato megablockbuster. Le vendite sono infatti calate del 33% negli Stati Uniti (2.3 miliardi di dollari) e del 32% in Europa (775 milioni di dollari). Un risultato inatteso che ha di fatto costretto l’azienda a ridurre gli obiettivi 2016 di vendita di circa 1 miliardo di dollari rispetto alle previsioni fatte.

Il risultato è stato commentato dai vertici aziendali che, di fronte agli investitori, hanno puntato il dito contro i trend attuali del mercato e delle dinamiche in termini di payer e pazienti, in particolare quando si parla di epatite C. Dopo il grande successo e guadagni ottenuti dal lancio dei suoi farmaci Sovaldi e Harvoni, Gilead ha sofferto molto la concorrenza di AbbVie e Merck e, di fatto, nell’arco di un anno, ha visto scendere le vendite da 4,9 a 4 miliardi.

M&A verso nuovi settori
La strategia in termini di M&A è stata al centro delle domande poste dagli investitori in seguito alla presentazione dei risultati finanziari. Il CEO John Milligan ha spiegato che “l’azienda è disponibile a valutare e realizzare accordi, in particolare se questi saranno di una certa importanza”. Nelle strategie future dell’azienda c’è quella di andare oltre i suoi pilastri – HIV ed epatite C – e di entrare in altri settori. Milligan si è detto molto interessato ad un ingresso di Gilead in un’area che non sia nell’ambito degli antivirali e spera, si legge nel comunicato “di concretizzare un progetto entro la fine del 2016”.

Epatite C a parte, i risultati di Gilead nel campo dell’HIV, sono positivi con un’aumento di vendite di 3.1 miliardi di euro rispetto al 2.7 dell’anno scorso grazie ai suoi prodotti Genvoya, Descovy e Odefsey.

Un punto a suo favore Gilead lo ha segnato anche ottenendo dall’FDA l’approvazione per il suo Epclusa, il primo farmaco anti epatite C che agisce contro tutti i genotipi virali e che ad oggi ha un prezzo di listino di 74.760 dollari per un regime di trattamento di 12 settimane. Un prezzo che di fatto è più basso rispetto a quello dei suoi predecessori (Sovaldi o Harvoni)

 

 

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